Произведение «L’Interprete dei sogni» (страница 7 из 15)
Тип: Произведение
Раздел: По жанрам
Тематика: Роман
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L’Interprete dei sogni

e diventa simile a noi due...Attraverso lo spioncino della porta ho visto un naso lungo, svisato dall’apparecchio ottico con due occhietti attaccati. Era la mia vicina del primo piano. Non si sa come ha capito che ero in casa, ma ha iniziato subito a parlare dello scopo della sua visita: «Senta, giovanotto, lei e’ medico- psichiatra, giusto? - e senza aspettare la mia risposta ha continuato ad entrare nella mia vita privata, - mio marito ha un gran bisogno del suo consiglio intimo. Lo potrebbe consultare nel modo confidenziale...?»
«Anch’io ho un gran bisogno del consiglio…», - ho ridacchiato io dentro me stesso, ma invece di darle la risposta, mi sono allontanato silenziosamente dalla porta. Quel mondo dietro alla porta non era piu’ per me adesso... Non mi ricordo neanche quante volte ha suonato ancora cercando di entrare nella mia vita... Ma lei non mi interessava proprio per niente... Pensavo ad una cosa sola, anzi ad una persona sola... a Gianna...
-Chi e’, EMME? – La voce di Angiol era gia’ seria e un po’ inquieta. Non gli ho risposto.
– Cosi’e’ iniziata questa strana storia, se non vogliamo usare degli epiteti piu’ espressivi, - stava continuando il mio ospite, senza ripetere la sua domanda come se non avesse interrotto il proprio racconto, - mi senti, EMME? Guardami negli occhi, per favore, guardami negli occhi...
- Perche’? – mi sono meravigliato di questo cambimento brusco.;- Voglio cosi’.
Si e’ taciuto come se stesse raccogliendo le proprie idee.Ho alzato gli occhi cercando di guardare giusto nelle sue pupille scure, lasciando nel mio sguardo solo la curiosita’ mondana e niente di piu’. Pero’ sentivo di non saper nascondere l’ansia e la tensione nervosa. Piu’ cercavo di capire l’origine del mio stato d’anima, piu’ diventavo preoccupato.
-Cosi’ sono rimasto immerso in questi dolcissimi abbracci per alcuni giorni di seguito... Lavorando, pensavo solo di rientrare di sera nella magica porta... sognavo di rivedere i visi magici, sempre piu’ cari a me...
-Allora hai visto il viso di quella... – stranamente avevo paura di pronunciare il suo nome ad alta voce, - ... il viso di quella bionda color platino?... – Ho cercato di sorridere con disinvoltura, ma il mio sorriso e’ venuto stupido e forzato. Perche’ mai cerco di nascondere i miei sentimenti al mio “amico sconosciuto”?! Perche’ gli voglio sembrar un pezzo mondano, indifferente a tutto?! O se no, quel gatto grosso che sta sul balconcino del vicino e sazio di ogni cosa al mondo... gioca col suo cascare dal terzo piano come se fosse un topo moscio...

Se avevo visto i suoi occhi?... Son verdi... si’, piu’ verdi che bruni, hanno dei puntini neri e delle faville gialle... Luccicano e riscaldano e la loro luce e’ meravigliosa... Capisci, lei... – e il narratore ha taciuto per un attimo cercando le parole giuste...
Aprofittandomi di una pausa e chiudendo gli occhi, ho sentito un profumo leggero sempre della stessa cannella, il profumo che emanava la mia... mia... Dio mio! Anche dentro me stesso avevo paura di pronunciare il suo nome!
- …Era, come per dire, sottile, quasi trasparente, e non provavo per lei quei sentimenti che possono far venire normalmente le donne. Non aveva niente di carnale e quindi non faceva nascere dei sentimenti sensuali... - Angiol ha continuato il suo racconto interrotto prima, - …a differenza della sua amica, ardente cicciottella, una bruna dal viso sempre sorridente… Io, certamente, gustavo la loro compagnia, ma il mio cervello, il mio cervello-traditore, non si rilassava nemmeno per un minuto. Ma chi al mio posto potrebbe sentire questa storia in un modo diverso?
Il mio bell’uomo mi ha guardato in modo interrogativo, ma era piu’; che chiaro che non aveva bisogno della risposta...
- E’ facile indovinare che il mio lavoro non procedeva in nessun modo. Ho addirittura guastato una vecchia cornice, spaccando una bellissima decorazione e calpestando col piede il pezzo staccato... comunque, lasciamolo perdere, EMME, secondo me ti interessa ben poco. Stavo riflettendo: ma come…
Come si puo’ capire cio’ che stava accadendo?! Dove si trova lo spazio, dentro il quale ero immerso nella tenerezza?… Come posso salire al secondo piano dalla camera che sta sotto, visto che sopra deve trovarsi… il mio appartamento?!! Senti, EMME, il MIO…Il mio piu’ che eccitato narratore ha asciugato la fronte dal sudore, non accorgendosi, che anche il suo labbro superiore era coperto di perle di sudore… talmente era agitato di cio’ che stava accadendo…
Bisogna dire intanto che era riuscito ad appassionare pure me… E proprio a questo punto ho notato un dettaglio veramente strano. Mi son reso conto, nonostante la mia massima concentrazione e l’attenzione alla storia, che le mie guancie erano coperte di barba... di barba chiara, anzi quasi rossa, dai peli duri, lunghi un mezzo millimetro... Non mi stupiva questo fatto – per l’ultima volta ho fatto la barba la mattina prima. Ho anche portato la mia mano al mento ed ho passato con il palmo della mano i peli duri e pungenti... Allo stesso momento il mio sguardo ha fissato le perline di sudore sul labbro superiore, assolutamente liscio del mio amico emozionato. Involontariamente mi sono meravigliato: come era morbido e pulito il suo mento...
Non c’era nessun segno della barba!…
N e s s u n o… Ho sentito una specie di paura e forse per questo subito dopo la vergogna…;
  - … Volevo proprio capire, in che modo strano il mio letto, ed io ero fortemente convinto che si trattava proprio del mio letto e’ capitato in questo mondo effimero?
Ho anche inventato una manovra col fazzoletto da naso… Non visto l’ho messo sotto il materasso, e, svincolandomi dagli abbracci delle fate, lo dico senza una minima ombra di ironia,…- non si sa per quale motivo Angiol ha deciso di discolparsi, dopo avermi gettato un’occhiata e interpretando l’espressione dei miei occhi come un sogghigno.
Io invece non avevo nessuna voglia di ridere. Adesso mi sarei addormentato con il massimo piacere, ma il sonno – traditore non aveva la piu’ pallida idea di venire a trovarmi in questo momento. I miei occhi stavano studiando un bell’uomo seduto a gambe accavallate di fronte a me, pero’ molto teso internamente a cui non veniva la barba anche per la fine della seconda giornata! Sara’ cosi’ giovane che non conosce ancora questo problema?... Ma a guardarlo cosi’ non gli darei meno di venticinque-ventotto anni... saranno anche ventitre... ma anche a questa tenera eta’ il minimo di lanugine doveva comunque visitare il suo bellissimo viso?... Ma non avrebbe potuto farsi la barba di nascosto?!;
- …senza la minima ombra di canzonatura.… Quella volta ho cercato di fuggire, scendere giu’ le scale precipitando… come vogliamo, ma verificare e convincermi, dove sara’ il piccolo pezzo quadrato di tessuto, che ho messo col gesto di un ladro nel letto che supponevo mio... Poi un’altra cosa ancora, ho dimenticato di dirti che non sono mai riuscito a lasciare le braccia delle mie vicine affascinanti e ad andare via con le mie gambe. Non ridere, son gia’ anni che non bevo fino a non reggermi piu’ in piedi... Ma ogni volta io per cosi’ dire precipitavo nell’intreccio vischioso delle loro braccia e entravo nelle loro labbra dolci... ci precipitavo e... non riuscivo mai a rimanere cosciente fino al momento di andare via. Non si puo’ dire che non lo volevo, non volevo andare via, ma mi addormentavo sempre in un momento di inconsapevolezza, se si potrebbe dire cosi’, e di mattina aprivo sempre gli occhi nel mio proprio letto... Ed ogni volta succedeva la stessa cosa... Mi e’ venuto anche in mente di aver preso qualche narcotico, qualche elisir magico, mi sarebbe piu’ facile pensare cosi’, ma in quello spazio non prendevo nessun sorso... nessuno!!! – Angiol si e’ leccato le labbra col gesto meccanico, mordendo un po’ quello inferiore. Tutto il suo aspetto mi faceva pensare al bambino impaurito che per la prima volta ha visto una cosa, l’esistenza della quale non aveva sospettato fino a quel momento. Sara’ un gioco? Un bellissimo gioco degno di vari premi? ;
- …Quella volta mi sono precipitato velocemente dalla scala elastica e liscia e facendo cadere qualcosa per strada, son uscito di corsa giusto al pianerottolo. Pur essendo come drogato, credimi, EMME, ho sentito dietro alle mie spalle un tintinnio crescente di non si sa che cosa  avevo fatto cadere... e questo prendendo in considerazione il fatto che laggiu’ non sentivo neanche i miei propri passi... Non pensare, EMME, non e’ che mi ha meravigliato il suono dell’oggetto che stava cadendo, ma la sua qualita’. Correndo via da questa porta maledetta, mi perseguitava sempre di piu’. Mi sembrava che stesse crescendo con ogni gradino della scala che portava in giu’... quando cercavo di aprire la serratura della mia porta con l’aiuto della chiave che non mi ubbidiva piu’, mi sembrava che i miei timpani  sarebbero scoppiati dalla tensione, dalla cacofonia dei suoni di qualche colosso che stava cadendo... Ma non avevo nessuna voglia di voltarmi per guardare da dove poteva uscire quest’oscillazione dell’aria. Capivo perfettamente che nessuna cosa dentro un’abitazione umana non avrebbe potuto creare cadendo questo suono che risonava cosi’!...
- Sara’ scoppiato qualcosa? – ho supposto io, anche se naturalmente non pensavo cosi’- No, era il suono di una palla d’acciaio che cadeva e saltava e mi perseguitava, crescendo dentro le mie orecchie... Come... come una campana... – AN mi ha guardato attentamente, non direttamente, ma alla chetichella.- E il fazzoletto, - non ho saputo piu’ resistere io, avendo paura di non sentire piu’ la continuazione di questo racconto confuso...
-…Non c’era… ho rovistato tutto il letto, e il materasso, e le coperte… non c’era… - E nella stanza? Non hai notato niente di particolare nella tua stanza?;- Mi e’ sembrato che una specie di foschia avesse coperto gli oggetti, - con queste sue parole ho guardato il narratore in modo fisso, strizzando gli occhi come se stessi esaminando il suo stato d’animo, la sua adeguatezza. Accorgendosi della mia reazione, AN ha taciuto per un attimo e poi ha scosso la testa senza parlare, negando la mia domanda non fatta e anche qualsiasi sospetto nei suoi confronti...
-…. Forse, mi e’ sembrato, – ha continuato lui, - dentro la mia testa c’era sempre il rumore, poteva far effetto anche sulla vista…, non lo so….Angiol mi sembrava stanco del suo racconto, si e’ abbandonato con tutto il corpo sullo schienale della poltrona ed ha acceso una sigaretta, facendo uscire il fumo giusto nel soffitto.La sua fronte era sempre umida, il mento liscio (perche’sempre liscio?!) brillava delle gocce di sudore…- Dunque non avevo trovato nessun fazzoletto… Ma il desiderio di capire qualcosa mi e’ cresciuto ancora di piu’. Dimmi, EMME… te lo volevo chiedere ancora ieri… si’… mi sembra ieri... quando ci siamo incontrati… ti volevo chiedere – hai un’amica?… una tua donna?… oppure…Il mio amico si e’ confuso e senza guardarmi si e’ avvicinato alla finestra. – Laggiu’, dietro alle mie spalle, sulla credenza, c’e’ una foto di un giovane… chi e’ lui?- Il mio fratello medio Afanassy, – gli ho risposto io con un certo orgoglio.- Adesso e’ lontano da qui. Il nostro Afanassy e’ un navigatore. Hai sentito, AN…  AN?! Perche’ mai AN?! Ma anche lui mi chiamava EM…, hai forse sentito nominare una nave «Krusenstern»? Il mio fratello medio naviga su questo vascello gia’ da diversi anni. Abbiamo le notizie da lui molto di rado. L’ultima nuova l’ho ricevuta da lui circa sei mesi fa. Ha iniziato come un semplice marinaio, ma nella ultima lettera ha scritto di essere stato promosso.
Mi vergogno, ma non ero mai attento nella lettura dei suoi messaggi soprattutto perche’ erano sovraccarichi di diversi dettagli tecnici, con dei termini talmente specifici, che sembrava una vera e propria derisione. Da questa sua lettera, anzi dalla sua parte epistolare, che era almeno un pochino diversa dal manuale per la navigazione, sono venuto a sapere, che la nave piu’ grande al mondo «Sfruttavento» stava per passare «il cimitero delle navi» - lo stretto di Drayk dalle parti del promontorio di Gorn . Ne capisco ben poco, ma posso indovinare, che non tutte le navi sono destinate a farlo…Quindi e’ mio fratello… Ti e’ piaciuto? ....Si’, e’ vero, non ho notizie da lui gia’ da un bel po’...;
Angiol si e’ voltato e mi ha guardato a lungo direttamente negli occhi… troppo a lungo… Voleva dire qualcosa, le sue labbra hanno tremato, si sono anche mosse, ma dopo non e’ successo niente, niente, che avrebbe potuto spiegare il suo sguardo lungo e allarmato…;- Quindi e’ tuo fratello… Si’… ma questo e’ solo un inizio di quella storia, che ti voglio, che ti cerco di riferire.
Evidentemente il mio amico voleva cambiare il tema del discorso a tutti i costi.

- Ecco, tornando invece alla mia vita… Vorrei finire la mia storia… Sono tornato nella camera, e non ci ho trovato dentro niente di straordinario. Ovviamente a questo punto non mi son tranquilizzato. Questa notte mi e’ venuto in mente un nuovo piano. Senza mettere il mio progetto da parte, a forza ho appena aspettato fino alla mattina e poi ho telefonato ad un mio amico in una cita’; dove ho vissuto prima. L’ho trovato in casa e non gli ho spiegato proprio niente... Avevo un grand’amico, - Angiol si e’ voltato, ma sono comunque riuscito a vedere... mi e’ sembrato che i suoi occhi si sono inumiditi,gli ho chiesto di venire, venire urgentemente... Gli ho detto soltanto di avere un gran bisogno di lui... un gran bisogno e lui non mi ha chiesto niente, EMME, ha solo detto: “Bene”, - e la sera stessa era gia’ da me. Abbiamo parlato con lui per tutta la notte. Gli ho cercato di spiegare che cosa mi stava preoccupando, spiegare nel modo tale da non rimanere deriso da lui. E bisogna riconoscerlo, non ha sorriso nemmeno per una volta… Boris, perche’ lui si chiama Boris, sapeva sempre ascoltare, e anche questa volta non mi faceva delle domande inutili, ha chiesto soltanto in che modo mi avrebbe potuto aiutare.Angiol ha taciuto per un minuto, come se stesse sotto l’impressione di cio’ che aveva detto lui stesso... Stava sempre vicino alla finestra, riuscivo a vedere solo il suo profilo, ma ha gia’ voltato il viso dalla mia parte. Non riuscivo a capire se stesse guardando me oppure continuasse a studiare la foto di Afanassy. Mi sono ricordato di mio fratello grazie al mio ospite e ho sentito una specie di vergogna, o si puo’ anche dire una specie di imbarazzo, perche’ dal momento in cui avevo ricevuto la sua ultima lettera non avevo pensato a lui. Cercavo di ricordarmi il suo viso e mi rendevo conto di non poter neanche immaginare come potrebbe essere adesso. L’aspetto a me noto corrispondeva come minimo a cinque anni prima... Come sara’ adesso il mio Afanassy?… Sara’ sempre magro e cupo, con un’alta fronte di uno troppo sicuro di se stesso, con le chiare sopracciglia fitte, sempre messe insieme sulla radice del naso?… non ho dimenticato finora lo sguardo dei suoi occhi duri color d’acciaio... Saranno diventati piu’ morbidi col passar degli anni oppure si sono immersi ancora di piu’ nella profondita’ delle occhiaie?...
«…Questa e’ una penna di gallina, Michelino… di un gallo banale…. Rendimelo, e lo buttero’ via dal balcone…»… «…no!… no!… ; una penna d’ ANGELO!!…non toccarlo, perche’ ti punira’…» «…. Ah.. ah… ti ha gia’ punito!… tu, mio caro, non hai proprio il cervello…»;…AFANASSY… Pensando di lui, mi son distratto anche dal discorso che faceva il mio interlocutore, ad improvviso ho visto mio fratello che mi stava sorridendo e dimenandosi, situato sul ponte alto di un veliero a quattro alberi... Ho visto in modo chiaro, praticamente davanti a me il suo sorriso cordiale ed i gioiosi occhi lucenti. LUI mi stava guardando, gridava qualcosa, ma non riuscivo a capire le parole e mi faceva vedere con la sua mano delle grandi vele rumoreggianti... Improvvisamente ho visto che il ponte ha iniziato a barcollare… facendo dei movimenti bruschi prima dall’una e poi dall’altra parte…. E’ divenuta talmente traballante che ha iniziato ad attingere l’acqua da tutti e due bordi... Gli alberi si sono inclinati dalle parti opposte. Mi sembravano delle bacchette cinesi, intricate nelle tagliatelle di riso... Mio fratello invece stava sempre sul ponte, aggrappandosi al bordo con le dita. Era sempre sorridente, mi gridava qualcosa e mi faceva vedere qualcosa con la mano libera... Mi e’ sembrato anche che stava salterellando come un bambino, preso dall’allegria inspiegabile... La nave intanto dondolava in modo decisamente terribile. Ad improvviso l’acciaio di Krupp, con il quale era rivestito il corpo della nave, ha iniziato a creparsi, come una vecchia vernice sulla barca che ha navigato parecchio... Da ogni apertura spezzata ha cominciato a sgorgare acqua... Quest’ultima, illuminata dal sole che tramontava, sembrava  sangue troppo liquido. E mio fratello raggiante stava sempre li’… le onde gli si versavano addosso… era tutto umido… salterellava, cercando di guardare fuori dell’onda e gridarmi qualcosa.
Vedevo che le sue mani erano rosse come insanguinate. Forse si teneva troppo attaccato al rivestimento della nave…
Alla fine, come se fosse perforato da parte a parte, il veliero e’ caduto in modo proprio brutto alla destra, spaccando i suoi alberi-bacchette. Ho sentito che un’onda creatasi in questo stesso momento mi aveva bagnato dalla testa ai piedi... Ho visto di nuovo il mio povero Afanassy, ma non mi sembrava per niente infelice!… Ho notato il suo viso beato, simile ad una macchia chiara, tra le onde. Non sono riuscito a notare nessun altro . Vedevo solo il mio unico fratello… La sensazione dell’acqua sul mio corpo era talmente chiara che riprendendo i sensi ho avuto un accesso di tosse a causa dell’acqua che mi era andata di traverso... Sentivo i flussi d’acqua sulla mia pelle che scolavano dai capelli sulla fronte e sulle guancie. Ho fatto un salto, senza capire niente e riscuotendomi dal mio stato importuno, allo stesso tempo, ho notato di essere da solo in camera. Non mi e’ venuto neanche in mente di chiamare il mio amico, stavo solo camminando in continuazione come un cretino dalla camera in cucina, nel corridoio, nel bagno, finche’ ho sentito uno squillo telefonico.
- EMME, scendi giu’.La’, all’angolo, c’e’ un piccolo bar con delle tende rosa, non ho visto il nome, scusami... Spero che tu abbia dormito proprio bene e a sufficienza, - nella sua voce telefonica si sentiva una canzonatura.;- Ma come hai fatto a sapere il mio numero, AN?… - l’ho riconosciuto subito, grazie a questa lieve ed irreperibile intonazione tipica soltanto della sua voce.
- Sul tuo apparecchio telefonico, con le cifre grosse e convesse…, - e di nuovo quest’ironia, un sorriso appena udibile...;- Mi puoi ordinare qualcosa, AN, - mi sono ricordato ad improvviso di non aver mangiato niente di serio dalla mattina precedente...
- Vuoi un latte?.. – sentivo che si divertiva alla grande...  Perche’ mai?.. Che cosa e’  cambiato, appena avevo perso di vista il bellissimo ospite notturno? Ma avra’ anche ragione,  bisogna tornare in se’…  altrimenti...  altrimenti... 
Ho toccato la manica del mio maglione bagnato. Dove l’avro’ bagnata? Sara’ stato nel bagno, mentre cercavo di svegliarmi con l’aiuto dell’acqua gelata? Peccato, ma non mi ricordo proprio niente… ;- AN, la stessa cosa che ordini per te. Spero che sia la carne.
    - Che cosa e’, AN? – eravamo


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     15:25 05.10.2022
Mi piace... Ma... scuzi... non lo so))
Книга автора
Абдоминально 
 Автор: Олька Черных
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