Произведение «Interpretatore dei sogni romanzo» (страница 5 из 16)
Тип: Произведение
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Interpretatore dei sogni romanzo

natura. Se sapessi all’epoca dove mi avrebbe portato quel divertimento?!


                                                                    Capitolo 3



Lui sta camminando circa cinquanta metri prima di me, agitando un po’ la mano sinistra, probabilmente tenendo il cappotto con quella destra sul petto per non far raffreddare troppo la gola. Si sarà vestito in fretta e sotto il cappotto probabilmente ha solo qualcosa di leggero che lo fa sentire freddo. Il mio uomo ha fatto entrare la testa nel bavero alzato. Se ha qualcosa sulla testa o meno è difficile capire…
Riflettendo in questa maniera, ho affrettato il passo, come se volessi raggiungere la persona che stava camminando prima di me.
E proprio in questo momento ho sentito all’orecchio lo scricchiolio delle corde vocali a me già noto … Però prima non era mai così preciso e concreto! Prima come se si fosse schiarito la voce, poi come in una specie di vecchio giradischi portatile, quello con il diffusore, ha fatto una specie di sibilo e ho percepito le intonazioni già conosciute:
- Tu pensi sul serio che può essere una semplice coincidenza, quando due esseri contemporaneamente si sono trascinati fuori casa con questo buio e stanno andando dalla stessa parte e nessuno dei due sa precisamente dove si è indirizzato…? Sarà secondo te la tua famosa parte opposta? Guarda, sta venendo prima di te…
- E’ quello che non riesci a vedere da solo, ma solo con l’aiuto dei tuoi specchi-bugiardi”.
- Gli specchi ti dicono la verità che non potrà dirti nessuno, sono i migliori amici delle nostre fisionomie…
- I miei migliori amici sono i vetri, con il loro aiuto vedo tutto che ci sta dietro ma allo stesso tempo loro stessi rimangono invisibili e non mi danno noia riflettendo ogni assurdità... Eccola, la tua parte di dietro sta andando davanti e quando guardi vedrai te stesso, se riuscirai certamente…
Ho scacciato la voce come se fosse una mosca e ho alzato la mano in su…
 E... tuttavia la figura illuminata dalla luce gialla della strada che è diventata più vicina a me sia in senso letterato che in quello figurato mi interessava profondamente... 
- Senta, - ho articolato io, appena toccando il manico del cappotto bagnato, e avendo una seria paura di vedermi davanti il mio proprio viso fine e pallido,
-… senta...
...dove si sta affrettando?.. 

Si è voltato e mi ha gettato uno sguardo dei suoi occhi scuri e profondi... sereni e profondi... Nel primo momento mi sono confuso per un po’, ad un tratto mi è sembrato... ma è assurdo... ma mi è proprio sembrato di vedere me stesso, un’immagine così familiare grazie agli specchi, dai lineamenti fini ma non molto regolari, ma allo stesso tempo molto espressivi – tipici per i visi slavi. No, questa persona era un po’ più magra di me, un po’ più pallida. Ha dei capelli più chiari e degli zigomi più esposti perchè ha delle guancie incavate. Ho provato una specie di impaccio – talmente era bello... 
Qualcuno forse non l’avrebbe neanche notata, ma secondo me era una bellezza vera e propria, così come dovrebbe essere. I suoi capelli biondi e folti erano pettinati all’indietro, sulla peluria tra la fronte ed i capelli si notavano le piccole gocce di umidità.. Improvvisamente mi è venuta la voglia di toccarle con la mano e poi buttare in giù queste ormai calde gocce della pioggia con un tenero movimento della mano...
.-.. Dove si sta affrettando?.. Ma dove diavolo stai andando nel cuor della notte?" 

  - Ti sto cercando… - ha risposto senza pensarci sopra un secondo, come se mi stesse deridendo.… I suoi occhi però rimanevano seri. 
- Ho un sacco di cose da dirti,- l’ho detto in fretta, essendo conscio di avere una paura chissà perchè che in qualsiasi momento lui possa girare e andare via.
 - Andiamo a casa mia, - gli ho proposto parlando fitto, - prendiamo un tè,… un tè caldo… sono curioso di sapere, perchè abbiamo cercato l’un l’altro, perchè mi sembra di conoscerti?…
Non ho fatto in tempo di finire, siccome il mio sconosciuto era già girato e stava andando verso la mia casa, un po’ più prima di me, come se sapesse dove bisognava andare. O me lo sto sognando? 
Starò sempre dormendo?! Tutto è un sogno!… E questo freddo, e questa pioggia, che mi entrano dentro, sotto la pelle per scolare poi per le vene… questo mio cappotto umido…
Adesso mi sveglierò tra un mucchio di lenzuole umide e tutto risulterà banale fino a indecenza... 
Ma no… No! Eccolo qua, sta camminandomi a fianco … L’ho cercato per un’eternità, e adesso mi sembra che per un’eternità non ho parlato con lui…
- E allora, adesso parlerai con lui «…PER UN’ETERNITA’…?
…di nuovo questa voce beffarda proprio nel mio cervello… mi sta prendendo in giro… Oppure sarà il vento nella grondaia…? Sì… sarà così,… pioggia e vento …
-…Ma come mai tu «…NON HAI PARLATO PER UN’ETERNITA’»?!
Lui è te stesso, tu parli sempre a te stesso senza smettere per un attimo, anche la gente per bene si rivolge a guardarti, se non sono sordi ovviamente. 
Sentivo una voce dire le sciocchezze proprio dentro il mio orecchio. Ho cercato di guardre nel viso del mio compagno di strada, magari sentirà anche lui questa voce… O solo IO?! Sarò un ventriloquo?… Sto diventando matto? Non posso sapere cosa vuol dire impazzire?! Può darsi che è proprio così - cammini, parli con te stesso, cerchi il rovescio della luna,… per poi incontatre alla fine se stesso,… ed andare entusiasmato per la propria bellezza…

Il mio “amico” sconosciuto si è rivolto e mi ha guardato. Avrò detto qualcosa ad alta voce? I suoi occhi erano sempre scuri e pofondi, quasi senza pupille, se non fossero i lampioni bugiardi con la loro luce gialla, abbagliante, di cattivo gusto.
Non sorrideva, mi guardava, come se si fosse preoccupato.
- Siamo quasi arrivati, - ho risposto io al suo sguardo silenzioso ,-…adesso giriamo all’angolo , e poi nel cortile…
-…Lo so…
Che assurdità … Me l’avrà detto lui così…? Oppure mi è sembrato di sentire?!…Sto delirando …o dormendo… che differenza c’è…


E’ seduto di fronte a me – stravaccatosi in poltrona, tranquillo e libero come se fosse a casa sua... Sta dicendo qualcosa, appena muovendo le labbra sottili e nervose, non riesco a capire il contenuto del suo discorso, ma adesso non ha importanza- vedo come si muove la sua bocca, ben delineata, come sobbalza il labbro superiore, mi sento addosso il caldo del suo sguardo dagli occhi scuri... mi semba di conoscerli da mille anni... Son già mille anni che sento questa voce bassa e mutevole alle note acute, come se dentro quest’uomo si stesse svegliando un ragazzino. E’ bello come un ANGELO!!! Ho trovato la parola giusta! Mi è sembrato addirittura di sentire un leggero fruscio dietro alle sue spalle... Saranno le ali? No, certamente non ne ha, e non è neanche un fruscio, ma una musica pianissima...
  Di dive esce questa musica? Non ha importanza. Volevo passare con il palmo della mano per i suoi capelli, per la sua guancia, per le labbra che si muovevano, baciarlo in quella parte della fronte dove iniziano i folti capelli biondi... baciare, stringermi.. e... vivere così senza aprire mai le braccia...
«Quando lo incontrerai, lo riconoscerai subito,… non c’è bisogno di chiamarli… vengono da soli… vivono fra di noi…» 
«…Hai ancora tempo…»…Lo so adesso, lo sento – non si trovano da qualche parte - ci stanno dentro... Sarà un Angelo anche per qualchedun altro o solo per me? Come si fa a sapere: è un ANGELO per tutti o solo per me e solo per qualche periodo di tempo?... Ma… passa il tempo, e ANGELO diventa una persona normale… Quindi non era un vero e proprio messaggero del ciel!! MA COME FARLO A SAPERE?! COME?! 
Ma lui sapeva dove andare!… E’ uscito per strada … mi cercava!! 
Ad improvviso sono tornato in me stesso e mi son reso conto di stare vicino alla finestra e guardare la luna e il mio amico non proferisce una parola già da un po’ e mi sento addosso il suo sguardo lungo.
- Come ti chiami – ho chiesto io, anche se per me non avesse nessuna importanza… 
- Angiol, - mi ha risposto lui.
A questo punto il mio senno si è comportato nel modo più che strano: mi è sembrato di essermi ad improvviso addormentato o al contrario svegliato oppure tutto quello che è successo dopo è uscito dalla mia mente... ho sentito solo di stare dormendo...forse è successo anche più tardi, verso la mattina. Forse eravamo troppo stanche tutti e due e ci siamo addormentati insieme... e il sogno che avevo visto è risultato troppo vivo e troppo incomprensibile per svanire dalla mia memoria nonostante le mie prossime impressioni...
                                  Ho sognato il funerale di mio frtello, del mio fratello maggiore... Una fila di persone non molto lunga che si sta trascinando dietro la bara. In testa della processione i nostri genitori.
Stanno parlando di qualche cosa fra di loro. Non vedo il dolore sulle loro faccie, 
piuttosto una fissa concentrazione. Qui c’è anche mia sorella Lisa con il suo fidanzato di turno. Manca solo il mio fratello medio Afanassy e certamente la mia sorella prediletta Gianna. All’epoca del sogno-ricordo Afanassy è andato come marinaio sulla nave di crociera a vela denominata “Krusenstern”. Da mio padre sono venuto a sapere che era un veliero a quattro alberi, da vele diritte e inclinate… Mio fratello Afanassy invece nelle sue lettere a casa parlava nella maggior parte dei casi della teoria di annodazione dei nodi marinari oppure delle basi di navigazione… Quando leggevo i suoi messaggi mi sembrava adirittura che mi stesse mandando i suoi appunti sulla navigazione... Una volta gli ho scritto con un solo scopo: chiedendogli se non avesse visto per caso qualche cosa strana, per esempio in alto mare, laggiù dove l’acqua si riunisce al cielo?... Mi ha risposto di sì, ma non nell’oceano come pensavo io... ma nella gabina del comandante... e avrei fatto meglio di non fargli le ulteriori domande...
…Nella mia processione suggestologica mi stavo trascinando giusto alla fine, a volte quasi perdendo di vista il resto della processione. Stavo sempre camminando più lentamente... però avevo sempre un’impressione di non essere da solo, che c’era qualcuno che mi stesse seguendo dietro. Mi voltavo bruscamente e non trovavo nessuno... Tornavo sempre a voltarmi, cercando di farlo nel modo più improvviso possibile per cogliere di sorpresa chi camminava quatto quatto, ma non c’era mai nessuno dietro di me... Quando alla fine sono riuscito a persuadermi di essere semplicemente stancato troppo che era la morte di fratello a farmi quest’effetto, ho sentito nel modo assolutamente chiaro lo scricchiolio di rami e il fruscio di foglie sotto i piedi leggeri di qualcuno. Lentamente come se avesssi paura di spaventare qualcosa, mi sono voltato a questo fruscio... Vicino a me con la testa chinata nel modo tale che i capelli lunghi pendevano sul viso con le loro ciocche rade, quasi senza alzare i piedi, anzi leggermente strisciando, si stava trascinando una persona... Il suo aspetto era molto triste. Portava sempre una mano al viso, facendo un movimento tipico per chi vuole asciugarsi le lacrime dirotte. Le sue vesti nere costavano evidentemente poco. Sui piedi aveva delle scarpe nuove praticamente non toccate dalla polvere stradale, non avevano neanche delle pieghe... Mi è sembrato di conoscere la persona piangente.. e poi l’ho riconosciuta... Era mio fratello Giaccone...

Ho aperto la bocca per gridare oppure la bocca si era aperta da sola senza qualsiasi scopo, ma non sono riuscito a proferire una parola e sono rimasto così dalla bocca aperta...
…Anche QUESTA PERSONA – MIO FRATELLO si è fermato e si è voltato verso di me. All’inizio mi è sembrato che non mi avesse riconosciuto e mi stava guardando da parte con uno sguardo fisso e per niente fiducioso... Poi le sue labbra hanno fatto una specie di sorriso. Gli angoli della bocca andati toppo in su gli davano un’espresione puramente cretina... Ha messo un dito sulle labbra e ha mormorato:
«Pst! … non facciamo ostacoli ad un avvenimento così solenne…
 Che peccato, vero? – ha pronunciato LUI dopo una piccola pausa, senza smettere di sorridere, - è morta una persona talmente buona!… Farebbe molto meglio a morire al posto suo qualchedun altro, per esempio - TE»…
A questo punto LA PERSONA DAL SORRISO CRETINO ha riso assolutamente fuori posto…
- C’è tanta tristezza al mondo che non ci fa tristezza e poi c’è anche tanta allegria che non ci fa diventare allegri, vero, piccino mio?…
-… Ho visto la tua Gianna – ha pronunciato lui subito dopo, con la voce divenuta seria ad improvviso, - LE manchi molto… Fra un po’ la rivedrai.
Mi sono guardato intorno nel modo puramente istintivo senza riuscire a comprendere il senso di quello che stava accadendo. Quando invece mi sono di nuovo voltato al mio interlocutore, stava già sdaraiato per terra, messe le mani sul petto dagli occhi chiusi. Avevo una gran paura di avvicinarmi di nuovo al pazzo e rendendomi perfettamente il conto che si trattava comunque di un sogno, me la son data a gambe dalla parte opposta di triste processione, senza pensarci troppo cosa potevano pensare le persone attorno. La mia più gran paura era di non vedere dentro la bara mio povero fratello... Mi sentivo sempre sognando, pero la mia paura era assolutamente vera e naturale, appiccicosa e soffocante, quasi di più che potesse essere in realtà... Era una paura totale… E sono fuggito via, sono corso, così come si corre al sogno – con le gambe che sembrvano di stoppa, che mi si piegavano, che non avevano per niente voglia di muoversi da qualche parte… Il dolore nelle ginocchia diventava sempre più forte e alla fine svegliandomi mi sono reso conto di dormire nella poltrona con le gambe ripiegate. 
Anche mio nuovo fratello stava sonnecchiando, steso con tutto il suo corpo lungo sul letto non disfatto.
Continuando di meravigliarmi della sua bellezza, mi son seduto sull’angolo del suo talamo... Il dormiente respirava piano, le sue labbra erano appena aperte, qusi senza fare un minimo rumore ma allo tesso tempo le sue sopraciglia erano unite alla radice del naso il che lo faceva sembrare un po’malaticcio.. Sul guanciale bianco il viso di Angiol sembrava un po’ abbronzato e i suoi capelli biondi erano ancora più chiari...

Lo guardavo incantato, appena trattenendo il desiderio di passargli mia mano sulla guancia assolutamente liscia. Il suo aspetto mi sembrava alternativamente familiare oppure assolutamente estraneo...

Si è fatto giorno già da un bel po’. Quanto tempo è passato fuori della mia finestra?… Quanto tempo avrò dormito?…
- Un caffettino?- ha mormorato il mio Conoscente sconosciuto, avendo sentito all’improvviso la mia presenza. Essendosi stirato con voluttà, si è alzato sedendosi sul letto anche troppo galiardamente per chi ha dormito così poco, ha fatto un bel sorriso largo, dimostrando i denti bianchissimi.
- Mi piacerebbe un caffènero alla turca»…
…Si comportava nel modo tale come se avesse vissuto qua una vita, e questo mi faceva uno strano piacere...
- Aspetta un attimo, Angiol, ti farò un ottimo caffè, e tu nel frattempo poi lavarti…
- Non chiamarmi così… chimami… ANDREA…
- Ma perchè mai, ti chiami ANGIOL, vero? A n g i o l…
- Chiamami …Andrea…- Il mio amico ad improvviso è diventato triste e si è fatto pensoso 
- Questo nome mi fa ricordare troppe cose… Angiol non è più io… non qui... capisci?…..
Con queste parole il viso del mio ospite è diventato ancor più triste, gli angoli della bocca sono calati in giù.
- Tempo fa ero convinto che il mondo va governato dall’amore... Tutto al mondo viene fatto solamente per questo sentimento... Ma non parliamone.... Se sapessi allora come sarebbe finita quella storia... All’epoca portavo il nome ANGIOL… Dopo mi è venuta la presa di coscienza che tutti... quasi tutti coloro che raggiungono le vette più alte, cioè quelli che ci mettono la vita per raggiungerle, sacrificando se stessi – son privi di amore. Cercano un’adorazione totale con la quale vogliono sostituire il sentimento più intimo di cui sono privi... Questo vuol dire che bisogna fare la scelta tra un amore spirituale che dissolve tutto quello che esiste e gli dà un senso e il trionfo superficiale e l’apice della vanagloria, cioè la possibilità di raggiungere gli obiettivi umani più alti che sono spesso gli obiettivi falsi... Non si può avere tutte e due le cose, siccome chi ha capito il senso intrinseco dell’esistenza non aspira gli atributi esteriori del riconoscimento della propria pesona.
Lo ascoltavo meravigliandomi della sua filosofia per così dire femminile, espressa (che stranezza!) subito dopo il risveglio.
L’odore del caffè, aspro e tonificante ha colmato nel frattempo il mio piccolo appartamento, facendo scappare gli incubi notturni giusto nella profondità della mia coscienza...
- Angiol, scusami, Andrea, dimmi comunque, che cosa ti ha fatto uscire di casa di alta notte e in più col tempo così brutto? Le circostanze insopportabili, i tristi pensier?
- Avevo freddo da solo nel mio appartamento,- mi ha risposto il mio interlocutore senza guardarmi. Volevo sorridere, siccome mi è sembrato uno scherzo assai buffo, ma mi son mangiato le parole, immaginando che cosa avrei risposto io alla stessa domanda?! Perchè mai sono capitato io di notte per strada buia e umida? Perchè avevo litigato con me stesso per la faccia nascosta della luna?!... Poi sono uscito fuori in cerca di me stessso e mi son felicemente ritrovato?! Chi non mi avrebbe trovato strano dopo questa spiegazione?... Il mio amico senza far caso al mio impaccio, continuava di esporrmi i suoi pensieri. Avrà avuto bisogno dell’ascoltatore?
-…Coloro che soni i geni sono privi dell’amore dalla più tenera età. Coloro invece che ci sono dissolti, non cercano altre vette perchè in realtà non esistono, perchè nel mondo non c’è niente che potrebbe superare l’amore. Ma... Il problema è che lo


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