Произведение «L’Interprete dei sogni» (страница 6 из 15)
Тип: Произведение
Раздел: По жанрам
Тематика: Роман
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L’Interprete dei sogni

occhi, ho scoperto che la persona che mi aveva spaventato cosi’ tanto ha sempre addosso il blue jeans un po’ sciupato e un’aderente T-shirt nera. Per fortuna non ha notato il mio scompiglio! Sento che ancora un po’ i miei sogni mi cominceranno a perseguitare anche nella realta’.
-…Dopo essere arrivato in questa citta’, dove ci siamo conosciuti, - continuava Angiol, mettendosi a comodo in poltrona e ripiegando i piedi, - ho affittato un piccolo appartamentino al terzo piano di una casa modesta ma allo stesso tempo decente e ho deciso che tutti i miei guai ormai sono passati... Se lo sapessi... Mi sono trovato un lavoro altrettanto decente nella bottega di un antiquario e cercavo possibilmente di non frequentare piu’ nessuno. Mi sentivo troppo bene tra gli oggetti strani che avevano gia’ vissuto una loro vita lunga... Non ridere, sono diventati i miei amici taciturni. Ti fa ridere, perche’ tu sei convinto che una persona come me, abbastanza giovane e bella non puo’ voler passare tutta la sua vita tra i paralumi polverosi e le poltrone dalle maniche fatte a mo’ di testa di leone. Cosi’ ho vissuto fino a poco tempo fa... Lavoro- casa, casa- lavoro. Il mio appartamentino, come avevo ga’; detto prima, era abbastanza decente, non economico ma neanche esageratamente caro... Sono passati cosi’ sei mesi.. e poi... Cerchero’ di raccontartelo con qualche ordine.
Ti avevo detto di aver affittato un appartamento al terzo piano non a caso. Ogni mattina, scendendo la scala, dovrei dire assai tenebrosa e trascurata, passavo ovviamente vicino agli appartamenti situati sotto. Nella mia casa dove abito attualmente c’e’ un appartamento per ogni piano. – Con queste parole il narratore mi ha guardato da congiurato. - …Dunque passando vicino all’appartamento che stava giusto sotto di me al secondo piano, trovavo la sua porta sempre semiaperta... Da questa porta spesso uscivano le voci femminili e il riso. A volte si sentivano appena, a volte erano ben distinti. A volta la porta era aperta di piu’ e cosi’ potevo vedere una parte dell’interno di questa casa strana. Ho anche avuto un’impressione che le persone che ci vivevano e che non ho mai visto mi volevano far entrare nella loro vita... Un giorno, preso dalla curiosita’, ho messo la testa dentro il vano della porta... ma non ho visto nessuno anche se ho sentito piu’ che distinte due voci femminili – una delle quali era piu’ grave dalla “r” dissonante, un’altra invece acuta, gorgheggiante, piena di riso. Il loro appartamento era un monolocale come quello mio... C’era dentro il minimo di roba e di mobili e dopo aver dato una breve occhiata alla stanza sono rimasto stupito di non averci trovato dentro nessuno. Mi sono sentito un po’ male ed ho chiuso subito la porta, pensando che queste persone spensierate come minimo saranno derubate prima o poi. Ho sentito diverse volte le loro voci allegre, passando vicino al loro appartamento, pero’ non ci davo piu’ un’occhiata, socchiudevo solamente un po’ meglio la porta della casa delle donne cosi’ spensierate. Pero’ una volta, stavo scendendo per andare a lavorare un po’ troppo presto…
Dovevo eseguire un grande e urgente ordine e stavo gia’ pensando alla coerenza delle mie azioni, passando come al solito vicino alla porta dell’appartamento al secondo piano.Era come al solito mezzo aperta, pero’ al mio orecchio e’ arrivato molto chiaro il mio nome. Mi son fermato e ho aguzzato gli orecchi…
Mi e’ sembrato o no?…La voce piu’ grave mormorava qualcosa, quella acuta rideva… e… ho sentito di nuovo - ANGEL .L.L.L…Ho fatto le scale di corsa come un matto, mi son subito dimenticato del mio lavoro… Sicuramente il mio lavoro urgente quel giorno non e’ stato piu’ toccato ed ho deciso sul serio di soddisfare la mia curiosita’ e chiarire che cosa alla fine vogliono da me queste ragazze allegre. Ero curioso di sapere che diavolo stava accadendo laggiu’?.. Ho deciso che loro erano veramente riuscite a stuzzicare la mia curiosita’ ma non avevo la piu’ pallida idea di cosa sarebbe accaduto dopo... Quando di sera sono risalito al secondo piano, ho scoperto per la mia meraviglia che la benedetta porta era chiusa. Chiusa proprio per bene, di dentro, perche’ ho provato anche ad aprirla e non ci sono riuscito... Ed e’ successo per la prima volta in tutto quel periodo che ci passavo vicino!...
Stavo ascoltando il mio amico mezzo sdraiato in poltrona. Il caffe’ era gia’ finito, fuori dalla finestra gli uccelli cantavano a tutta forza. La tarda mattinata si stava trasformando in una giornata di sole, graziaddio, ma comunche assai fresca. Questo giovane era talmente appassionato del suo racconto che era difficile capire se stava raccontando le sue emozioni vere oppure stava semplicemente fantasticando. Eppure osservavo con una vera gioia la sua mimica. I movimenti dei suoi occhi languidi, delle sue labbra sottili che si muovevano in continuazione. Mentre parlava cambiava in continuazione la sua posizione: si alzava dalla poltrona, si sedeva sul bordo del divano e chiudeva gli occhi. Come se cercasse di rammentare gli avvenimenti di ieri, oppure i loro dettagli, o se no cercava di non dire di piu’… C’era qualcosa che non poteva dirmi,… o meglio lui credeva che non doveva dirmi…;
… A questo punto mi e’ venuta in mente un’idea, - ha continuato il narratore, - occupandomi della resurrezione degli oggetti morti avevo un set di utensili particolari: seghette da traforo, cacciaviti di varie sezioni, diversi aghi e punteruoli. Ho deciso di utilizzare uno di questi oggetti non per prescrizione... – raccontava Angiol, buttatosi sul letto e guardando il soffitto – mi sono stupito io stesso della facilita’ con cui ho realizzato questo lavoro. Che cosa volevo vederci? Posso dire con esattezza una cosa sola – non quello che ho visto laggiu’… Anche se a prima vista non ho notato niente di particolare… Sara’ stato l’ambiente stesso. L’arredamento non sembrava abitabile, anzi era fin troppo messo in ordine, se si puo’ dire cosi’… si’… ho detto bene – era simile al museo. Gli oggetti occupavano i loro posti, trovati non a caso. Alcuni oggetti si mostravano da soli non si sa a chi, esposti sui vari podi in modo troppo vistoso… I mobili normali, da vivere, erano troppo pochi per la vita di una persona normale. Ma d’altronde cosa vuol dire una persona normale?
Il suo discorso era talmente monotono che ad un certo punto mi son reso conto che non riuscivo piu’ a percepire le ultime frasi. Stavo vicino alla finestra e godendo l’assenza della luna, delle voci sarcastiche giusto dentro la mia mente e degli incubi notturni, osservavo che cosa stava accadendo nel mondo esterno.
Stavo seguendo con il mio sguardo senza una particolare intenzione come sul balcone vicino un gatto troppo grasso dalla pelle che brillava al sole cercava di acchiappare un uccello, disposto vicino a lui, sul guardavia e lo stava guardando con piena indifferenza...
Se potesse, avrebbe sicuramente sbadigliato. Senza avere invece questa possibilita’ muoveva la testa ed apriva le ali, dimostrando la loro potenza all’animale paffuto. L’apertura alare era veramente spaventosa, ha impressionato pure me. Pero’ un essere che sapeva volare agitava le ali solo per se stesso e con tutto il suo aspetto gonfiato faceva vedere che era assolutamente indifferente a tutto. E al gatto?... Che cosa voleva il gatto, curato e stufo, castrato la cui collottola era stanca dalle carezze. Lo attraeva di piu l’irragiungibilita’ dell’uccello?
Che cosa ne avrebbe fatto, se l’avesse acchiappato? Perche’ mai certe persone vogliono stare insieme, senza capire il perche’?... Perche’ sono qui con questo giovane?! Perche’ siamo convinti di avere bisogno l’uno dell’altro? Chi ce l’ha detto?! D’altronde, non lo abbiamo neanche chiesto a nessuno...
Siamo attratti l’uno dell’altro – il gatto sazio e l’uccello! Sara’ solo l’istinto?… Si’, l’ho quasi preso, sta con me, e’ una parvenza dell’ ANGELO… Oppure un ANGELO sul serio… come si fa a saperlo… come …semplicemente un uccello - oppure un ANGELO? Per un attimo mi e’ sembrato che anche un essere pennuto sul guardavia mi stesse osservando. Mi e’ sembrato che avesse girato la testa dalla mia parte, avesse aperto il becco... Ho anche sentito dei suoni indistinti… I suoi occhi, rivolti a me, si sono avvicinati e uno, brillante e sporgente, mi ha anche ammiccato … La mia mente avra’ raggiunto la possibilita’ di poter comunicare con gli animali senza intermediari? Questo uccello mi voleva comunicare qualcosa sul serio? Che cosa avrebbe potuto significare? Ho socchiuso gli occhi e li ho riaperti di nuovo cercando di ritrovare le perline nere dei suoi occhi brillanti puntati giusto nella mia coscienza. Ma l’uccello che mi aveva stupito cos; tanto era preso dalla pulizia delle sue penne. Ho acchiappato il pensiero che volevo rivolgere a quest’uccello e poi, grazie a Dio, ho ripreso i miei sensi dopo le mie riflessioni sui totem, rendendomi perfettamente i conto di non sentire piu’ quella persona a cui stavo pensando… Ho rimesso sulla faccia un’espressione attenta, mi sono rivolto lentamente, cercando di cogliere il senso delle ultime frasi del narratore… non ha notato la mia assenza. Messe le mani dietro alla nuca e continuando a guardare nel soffitto, ha proseguito con la sua storia… Guardandolo fisso ho improvvisamente sentito com’era agitato e come era importante per lui cio’ che stava dicendo, cio’ che voleva farmi capire a tutti i costi... Ho notato una goccia di sudore che stava colando per la sua fronte pallida…;-…dopo aver aggirato con cautela tutta la stanza e non aver trovato nessuno, stavo gia’ per ritirarmi,quando, di nuovo… ho sentito pronunciare il mio nome e il ridere piano. Era gia’ troppo… Sara’ un’allucinazione?…- Ho pensato io ad improvviso. Ma non mi drogavo…- Ha fatto una pausa. -…Non mi drogavo gia’ da un bel po’.… Ma tutto cio’ era simile a… come se percepissi la realta’ non nel modo adeguato. Ho addirittura pensato di aver inalato troppa vernice nel mio laboratorio… Proprio in questo momento ho visto nel modo piu’ che chiaro, alla mia sinistra, in angolo, una scala fatta di faggio chiaro che portava sopra…?! Dove potevano portare questi gradini?…Era una cosa impossibile… ma siccome ho sentito le voci e il riso che arrivavano di sopra, ho cominciato a salire, facendo dei passi cauti sui gradini di legno e non sentendo il minimo suono dei miei passi… Non percepivo ne’ lo scricchiolio del legno ne’ il rumore dei miei tacchi. Saro’ stato troppo agitato, ma il mio orecchio professionale avrebbe dovuto comunque percepire il suono caratteristico del legno che poteva raccontare molte cose sull’eta’ e lo stato di conservazione del manufatto. Quasi puntellandomi con la testa nel soffitto, sono riuscito ad esaminare un altro locale, pieno di luce, anche se dentro non c’erano delle finestre. In mezzo a questo spazio stava un letto, molto largo e con la schiena molto alta, con la coperta che scendeva fino al pavimento… Questo letto era molto simile a quello mio… Anzi, era proprio uguale… Stranamente questo fatto mi ha colpito in modo particolare. Non sono indifferente su che cosa dormo e scegliendo dei mobili per la mia abitazione, ho messo un bel po’ di tempo per trovare un letto che mi andasse bene...” – A questo punto il mio ospite ha guardato in brutto modo il mio lettino di una piazza e mezzo, poi mi ha gettato uno sguardo veloce e fermatosi per un po’esitando ha continuato il suo racconto, lasciando questo tema secondo lui assolutamente incomprensibile per me.
Sul letto stavano sedute due giovani donne. Una era bruna, dai capelli corti. E’ stata lei a parlare con la voce bassa e rauca. Un’altra era bionda dai capelli lunghi color lino che scendevano sulla sua schiena come un mantello... Facevano finta di non vedermi, ma sentivo perfettamente che parlavano di me. Ero presente gia’ da un buon minuto, quando la bruna si e’ voltata dalla mia parte dimostrando sul viso felice e rotondo una meraviglia gioiosa. Era un po’ cicciottella. Si vedeva subito anche se era seduta con le gambe ripiegate.La grassottella ha fatto un bel sorriso e dicendo qualcosa di indecifrabile alla sua amica mi ha puntato le sue dita paffute messe insieme. Non riuscivo a vedere il viso della bionda, pero’ sentivo come era bella anche seduta mezza girata e non riuscivo a vedere il suo viso... La curva della sua schiena era dolce e graziosa, i capelli biondi la ripetevano, luccicanti di non si sa che luce...
Angiol ha gettato un’occhiata dalla mia parte. I suoi occhi umidi brillavano. Sicuramente non mi vedeva. Mi vuole raccontare la storia della sua passione verso questa donna anomala?! Di questa donna … che cosa puo’ avere di angelico?… ; simile alla gatta, non all’uccello. Ho socchiuso gli occhi, sentendo la stanchezza di questa notte pazza, di questa giornata noiosa, ho socchiuso gli occhi… ed ho sentito in modo chiaro la voce indimenticabile: «…NIENTE ASPETTO FEMMINILE, … TUTTI MASCHI… NON HO MAI INCONTRATO UN ANGELO DALL’ASPETTO FEMMINILE…»;-… LA BIONDA HA RISO SENZA RIVOLGERMI DALLA MIA PARTE. Era lo stesso suono, acuto e gorgheggiante. La cicciottella l’ha chiamato per nome ed ha chiesto: «E’ lui?»…- E come si chiamavano queste arpie, lo ricordi? Non so come si chiamava una delle due… non l’ho mai saputo, siccome non chiedevo i loro nomi. Non mi interessavano i loro nomi profani, ma la paffuta chiamava la sua amica con il nome di Gianna… ha chiesto: «E’ lui, Gianna?»…;Ho riaperto di nuovo gli occhi che mi si stavano gia’ chiudendo ed ho scosso la testa in modo tale che mi sono addirittura scricchiolate le vertebre cervicali… Cercando di trovare le parole giuste, sono riuscito a sillabare a voce bassissima:;-Come si chiamava?…;-La bella bionda si chiamava Gianna… Sembrava tutta fatta di luce. Aveva addosso un vestito bianco tutto argentato che scintillava, era largo e lungo, copriva le gambe che aveva comunque ripiegato. Stavo studiando l’arredamento come un agente, nonostante il mio timore e sconvolgimento. Dopo aver aggirato il letto immenso e quasi quadrato (il mio letto), ho scoperto che la bionda era di nuovo rivolta a me di schiena... in piu’ vicino al letto non c’erano scarpe... questi esseri camminano a piedi scalzi o non camminano proprio.;La bruna, continuando ad esalare la gioia raggiante, mi ha teso tutte e due le mani, come se fosse un bambino piccolo che stava cercando un giocattolo. “Chi sei?”- le ho fatto questa domanda strana. Ma che cosa si puo’ rispondere alla domanda - «CHI SEI?»? … E lei ovviamente non mi ha risposto niente.Non ho capito neanche in quale momento mi sono trovato tra le sue braccia. Tutto il resto mi e’ sembrato un sogno folle. Mi baciavano e mi abbracciavano tutte e due… ma in quel momento non mi sono memorizzato oppure non ho visto neanche il viso della bionda. Sentivo solamente che odorava di… cannella… Mi affascinava, mi incantava non come una donna normale… ero pronto di piangere… ero pronto a buttarmi sulle ginocchia come se fosse una dea … stavo baciando il lembo del suo vestito e sentivo un piacere inaudito solo per questo... Sentivo che questa donna era... come dire... un’extraterrestre...
-…Di che cosa sapeva dici?…;- Di cannella… si’, si’ … di cannella…;- Sei sicuro che si chiamava GIANNA?…
Nella mia testa turbinava un vortice dei pensieri: dovevo chiedere se aveva visto il suo viso, se aveva esaminato i suoi occhi... Come sono gli occhi di GIANNA?…;Avevo paura di aprire la bocca per fare la domanda. La mia lingua non mi ubbidiva piu’… sono ammutolito…Che assurdita’, forse sto dormendo di nuovo… Gli occhi verdi con dei piccoli puntini neri, un piccolo neo sopra il sopracciglio sinistro... Conoscevo solo una donna di nome Gianna, solo una donna - ANGELO… Era mia sorella… Come in un film ho visto girate le scene della mia infanzia….…Eccola accovacciata di fronte a me, asciuga i miei occhi umidi con il lembo del suo vestito scintillante: “…Sarai il piu’ intelligente di tutti noi… ti amo piu’ di chiunque altro…”;…Sta scendendo le scale per partire per sempre, ha addosso delle vesti bianche argentate… un leggerissimo profumo di cannella mi lascia per sempre... Non riesco piu’ a percepire questo odore ne’ nelle torte, ne’ nei biscotti, anche se sono ricoperti di questa spezia. Ho smesso di poter percepire quest’odore e pensavo che sara’ cosi’ per sempre... Ma adesso, ascoltando il racconto agitato del mio ospite notturno, ho sentito improvvisamente un leggerissimo profumo un po’ amaro, era il profumo dell’angelo che mi aveva lasciato tempo fa... Volevo pronunciare delle parole occorrenti, ma la mia bocca non si apriva piu’… Perche’ mai sono cosi’ agitato?… Sono sciocchezze! …non puo’ esserci… bisognava vedere il suo viso, doveva vederlo…;- Pensi sul serio che ti voglio raccontare la mia love-story con una bionda carina?! Che sono venuto qui di notte per questo?! – Angiol mi ha gettato un’occhiata stizzita e irritata, poi ha taciuto per un po’ e mi ha di nuovo guardato, questa volta giusto negli occhi:
- Che cosa succede? Stai male, Michele?… sembra che tu non mi veda,… e forse non mi senti neppure? Che cosa? Se avevo visto il viso di quella magica creatura?… Sicuramente ti raccontero’ tutto, visto che ti eccita cosi’ tanto … Non sono talmente egoista da sfogarmi a dire tutto e non fare attenzione alle tue emozioni….Si e’ alzato dal letto e mi si e’ avvicinato, camminando a piedi nudi per il tappeto.Io stavo seduto in poltrona e aguzzavo gli orecchi a ogni suono pronunciato dallo strano narratore.
Aprofittandoci di una piccola pausa, abbiamo acceso una sigaretta tutti e due…
Nell’atmosfera della mia piccola stanza c’era una tensione come se dovesse iniziare una pioggia inaspettata. Mi sembrava che qui con noi stesse anche un terzo. Poteva essere il mio sdoppiamento della persona oppure la mia sensazione nella mia vita nei sogni, una vita talmente luminosa che molto spesso mi perdo non sapendo quale delle due realta’ sia  piu’ reale... La realta’ notturna, nella quale sia il corpo che l’anima non mi appartengono piu’, pero’posso porre fine agli avvenimenti che stanno accadendo secondo la mia volonta’... Oppure la mia contingente esistenza diurna, quando i miei occhi sono aperti, ma se potessi cambiare qualcosa con un semplice movimento delle palpebre?! Pero’ non e’ vero! Lo posso fare.. Basta chiudere gli occhi... e... fra cinque o dieci minuti mi trovero’ in un’altra vita – nel sogno...
Oppure volevo sentire fino alla fine la storia del mio bell’amico che cominciava a diventare proprio strana. Riavutomi dopo le mie riflessioni non troppo lunghe, ho acchiappato un’occhiata intensa dei suoi occhi scuri e profondi.
- Stanno suonando alla porta, - Angiol stava quasi sussurando, come se fosse impaurito,-Senti, EMME, qualcuno e’ venuto …Chi puo’ venire a trovarti? – il mio amico mi ha chiamato “EMME” per la prima volta.;- Ma secondo te nessuno puo’ venire a trovarmi? Puo’ essere, per esempio, il lattaio, a volte gli chiedo di portarmi il latte direttamente a casa…- Tu bevi il latte?!…;- Ma cosa c’e’ di strano… non lo mischio con la birra o con la vodka, lo bevo da solo… E tu non bevi il latte, Angiol? Mi ha colpito la meraviglia del mio amico. Dapprima mi guardava soltanto con gli occhi incomprensivi, poi nelle sue pupille sono apparse delle piccole faville, e alla fine il mio amico e’ scoppiato in un riso inaspettato: - Apri la porta, EMME, se no il tuo latte inacidisce


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     15:25 05.10.2022
Mi piace... Ma... scuzi... non lo so))
Книга автора
Предел совершенства 
 Автор: Олька Черных
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