Sento quello che non voglio sentire proprio per niente…;- Dunque, c’e’ qualcosa che non va anche in me, siccome sento molto spesso cio’ che non vorrei mai sentire.
- Non mi prendere in giro, Lisa, non intendo per niente le solite chiacchiere che riguardano le amiche ed i capi... Che cos’e’ questa musichetta? Sara’ Аndrea Bocelli ? O sbaglio?Ho fatto un giretto intorno a una piccola camera chiara, dove si vedeva lontano un miglio, ci abitava una donna. Una melodia umana mi ha rassicurato per un po’. Una palma di colore verde vivace in un tino di ceramica, una gattina di vetro trasparente su una etagere a chiocciola mi hanno fatto tornare all’equilibrio mentale.
- Nella tua casa si sta molto bene, Lisa. Il tuo mondo e’ accogliente ed armonioso. Forse proprio per questo stai sempre senza un uomo, non ammetti qua una continua presenza maschile. Non ne hai bisogno, piccina. giusto? Mi sono voltato a guardare mia sorella. Sorrideva con il fior delle labbra. La sua testa bionda si e’ inclinata con un gesto di civetteria maliziosa. Cosi’ sembrava giovanissima.- Com’e’ che mi hai chiamato? “Piccina”? Ma ti ricordi, chi mi chiamava cosi’? E’ il termine di Giaccone, che Dio l’abbia in gloria, mi chiamava sempre cosi’ – “piccina”… Come mai Michelino mio te ne sei ricordato? Non sai che cosa e’ successo jn me in questi giorni, io invece non mi meraviglio piu’ di niente… Meno male che non l’abbia chiamata Gianna… Gianna.- Senti, ma ti viene in mente qualche volta la nostra Gianna? – Invece della risposta ho fatto una domanda, inusuale.
- Ti abbandoni nei ricordi, veramente c’e’ qualcosa che non va in te, Mischa. Ho ragione?- Mi ha chiesto lei, abbassando un po’ la voce senza una minima idea di rispondere alla mia domanda cretina. Sentiva con la sua fine anima femminile che era meglio non toccare questo tema… Chi sara’ uno psicologo di noi due: io oppure lei!
- Vuoi un altro te’, ti piace il te’ al gelsomino, giusto? Abbassa un po’ la testa, che aroma, lo senti? Non fare smorfie. Mi ricordo sempre la tua malignita’ se andavo proprio fiera di qualcosa cucinato da me, annusavi il mio capolavoro culinario e arricciavi il naso… Mi arrabbiavo da matti e gridavo: “…non e’ vero, e’ molto buono!” A volte cercavo anche di fare un colpo sulla tua testa insopportabile… Oggi e’ veramente una giornata strana, stiamo vagando per il passato, non mi ricordo di averlo fatto prima, o sbaglio? Ha steso le braccia davanti a se’, aveva le dita intrecciate, il che era il segno della sua ansia.
- Probabilmente dovresti semplicemente sposarti? – ha aggiunto lei.- Il tuo gelsomino sa di eleganza e graziosita’. Io arriccio il naso invece semplicemente perche’ il vapore della teiera e’ caldo.- E cosa dici per quanto riguarda di sposarsi?- Sei una maga, mi sembra di essere innamorato sul serio… per la vita e per la morte, in senso diretto della parola…- Allora sposati, vedrete insieme i vostri sogni, e poi ve li racconterete alla tazza del caffe’ mattutino, - ha cercato di scherzare, senza capire, com’e’ doloroso per me questo tema.- Non e’ possibile, Lisa, te ne spiego dopo il perche’… - Vedo che sei depresso, sei troppo stanco. Devi riposarti, dormire bene, prendere delle forze…- ... Seguire un vecchio alato nella corona di papavero... No, cara mia, dormendo una persona non si riposa. Durante il sonno sia il cervello che il sistema nervoso di un uomo lavorano anche meglio del solito. – Ho notato che la sorella, come per ischerzo, ha strabuzzato gli occhi ed ha unito le soppraciglia, dimostrando in questa maniera, che e’ pronta ad ascoltarmi e anche, puo’ darsi, apprezzare una nuova lezione del ciclo: “Il sonno ed i sogni”...;- Quando una persona si reca negli abbracci di Morfeo, - ho continuato io impassibile, - avvicina il suo “orologio” interno, quello biologico, all’orologio esterno, quello naturale. Durante il vegliare, questo “orologio” o ritarda o va avanti... in modo individuale. Per questo processo bastano quindici-diciassette ore. Per riavere l’equilibrio— sei-otto ore. E per riposare ci basta sdraiarsi sul divano o sedersi in poltrona. E’ cosi’, sorellina…- Ma se una persona lavora molto fisicamente va a letto per riposare indipendentemente dall’ora del giorno?- Si’, e’ cosi’, quando si lavora molto o mentalmente o fisicamente, l’orologio interno di una persona, per cosi’ dire, perde l’equilibrio prima, e bisogna aggiustarlo, usando la lingua comprensibile…- Interessante. Grazie per una lingua comprensibile. — Ha sorriso, e sulla guancia destra e’ apparsa una fossetta.– Ma tutto questo non e’ altro che una teoria…- Non ho ancora finito… Un uomo durante il cosidetto sonno, va con l’anima per il mondo fine. In quei momenti la sua sostanza contatta le anime simili, ma capita anche con gli spiriti estranei. Il suo corpo nel frattempo rimane a sbuffare tranquillamente nel letto, e’ collegato con la sostanza con un sottile filo d’argento che non permette loro di separarsi... Per rimanere dormiente e non andare nel sogno per sempre… Questo filo e’ la famigerata serotonina, l’ormone del sonno, che sostiene la persona nello stato contiguo…- Ma a questo filo capita di strapparsi?..- Sai, cosa capita? L’anima va nei mondi lontani e per tantissimi anni non riesce a tornare… Per dieci o anche vent’anni. Che cosa fa nei suoi giri, non lo possiamo sapere… E comunque, di seguito ritrova la sua dimora, il suo involucro. Tutto questo si chiama il sonno letargico, “la vita inferiore”. Puo capitare dopo una trauma di carattere fisico oppure spirituale, o dopo una malattia… allora questo “gene del tempo”, questo “orologio”, di cui ti ho parlato, non e’ in grado di sintonizzarsi con il ritmo necessario per la vita. Se uno si priva del sonno a forza, comincia a vaneggiare in realta’, cioe’ rimane ossessionato dalle allucinazioni. Ma se il filo si spezza, perdiamo quest’infelice, o al contrario felice, per sempre…- Lui… muore…- Hai ragione. A volte questo filo, questa ragnatela, il filo di Arianna, e’ troppo solido, e sai cosa succede in questo caso? Lisa mi ascoltava attentamente, dimenticata la sua solita ironia.- Una persona non puo’ addormentarsi? Insonnia!!- Niente affatto. La tua insonnia proviene dal caffe’ e dai melodrammi prima di andare a letto... Ho scherzato. L’insonnia di una persona normale, e’ un inganno, che gli danno alcune sostanze. Lo stesso caffe’, per esempio…- Io invece ho un te’… Bevi, bevi, se no, si raffredda…- si e’ messa a ridere, ma io sentivo, che le e’ interessante.- si’… ecco il caffe’, caffeina, per esempio, “dice” al nostro organismo che va tutto bene, l’orologio e’ aggiustato, si puo’ continuare a vegliare. In realta’ non e’ cosi’, per questo motivo il caffe’ a grandi quantita’ fa male. Ancora peggio il concentrato, tratto dalle sostanze naturali, oppure uno psicotropico artificiale, cio’ che chiamiamo droga. Non a caso si chiama con la parola dalla stessa radice che il sonno, MORFINA! Morfeo - SONNO, e MORFINA – droga…Mette in marcia un meccanismo, che detta al cervello, usando le semplici parole, che il suo stato d’animo corrisponde completamente a quello naturale, e non serve nessun sonno, si puo’ lavorare senza smettere per una settimana o di piu’, lavorare come una macchina. Puo’ suscitare la morte dell’organismo… la persona non ha ristabilito l’equlibrio di natura. Ecco, vorrei tornare al nostro discorso di prima… Se il filo, di cui ti ho parlato, e’ troppo robusto, puo’ portare dietro a se nei suoi errare e vagare il corpo impotente, e cosi’ vediamo un sonnambulo, il cosidetto lunatico. Cosi’… Una persona si muove e non lo sente, perche’ la sua anima e’ lontana, ma non cosi’ lontana per non tornare praticamente all’ora del risveglio. E poi ci sono anche delle persone che non dormono proprio per niente. Siccome, per fartelo capire bene, il loro orologio biologico e’ sincronizzato con quello naturale, sempre, non deve essere “aggiustato”, quindi non ha bisogno del sonno… Queste persone non dormono mai… Lo puoi immaginare, mai! - Vuoi dire che non si stancano mai?;- Altro che. Si stancano come tutti. Ma io ti avevo gia’ detto prima che la stanchezza e il sonno sono due cose diverse. I possessori di queste particolarita’ si riposano sdraiati oppure seduti in poltrona. Questi fenomeni sono un’altra prova di quello che ho detto per quanto riguarda le funzioni del nostro sonno! Il nostro SONNO, piccina mia, non e’ per il riposo, ma per il lavoro, per vivere ancora un giorno in conformita’ col girare della terra, ancora un giorno sotto il sole. Cosi’!- Dio mio, che estro poetico: “…ancora un giorno sotto il sole…” Non ti posso convincere, che ho capito tutto, ma grazie, mi hai spiegato molto. Da oggi in poi domiro’ piu’ attenta, conoscendo le cose, e non andro’ mai lontana per le vie di Morfeo. - Devo andare via, sorellina, grazie per il te’, non ti voglio piu’ rubare altro tempo.
Il mio tentativo di uscire cosi’ veloce non era per niente convincente, troppo frettoloso, e gia’ presa la maniglia della porta in mano, ho comunque domandato;- Dimmi, Lisa, ti e’ mai apparso, per esempio, in sogno Giaccone? …Ti viene mai in mente?;- Cosa vuol dire, “…per esempio, in sogno …”? No, non me lo ricordo proprio per niente. Appunto oggi, il mio ospite mi ha fatto ricordare qualcosa…. E perche’ me lo chiedi? Mi si e’ avvicinata quasi rasente e mi ha guardato attentamente negli occhi. Non so che cosa ci ha visto, posso solo indovinarlo, ma Lisa ha preso nella sua mano la mia mano chissa’ perche’ umida, ed ha pronunciato con una voce sorda ed estranea:- Vengo a trovarti domani verso sera… Parleremo di tutto. Sono uscito nella via sterminata, non mi tratteneva piu’ nessuno, non capivo, perche’ mai sono venuto qui, e non sapevo dove andare adesso… Si’, via, a casa mi puo’ veramente aspettare qualcuno. Soprattutto perche’ non ha neanche bisogno delle chiavi, il mio caro amico sa benissimo anche senza quelle… Dunque, non ho detto niente a nessuno… Il mondo per me e’ cambiato, invece, ed io ho paura di confessarmelo. Dalla radio accesa si sentiva la musica, che accompagnava una voce maschile, non molto grande, ma di piacevole timbro morbido. La voce cantava del suo amore per la vita, che per se stesso non e’ una cosa nuova. “Perche’ non nuova, amare la vita cosi’, nel modo disinteressato — e’ un dono raro”. Dove posso parlare con me stesso, e’ nella mia macchina. La melodia mi cominciava gia’ a dare sui nervi, l’ho spenta con un movimento seccato. Preferisco il silenzio…
Ma il silenzio non viene mai, il radioregistratore non mi ubbidisce.
I suoni che son diventati proprio spiacevoli come su una pellicola consumata, continuavano a starziare il mio udito… Gli ho dato il colpo con la mano
- “… che … per… se ste…”, - ho sentito prima che arrivasse il benedetto silenzio. Son stato costretto a strapparlo con tutti i cavi e rivetti. Ho gettato il registratore sul sedile accanto, con una mano ho fatto il numero del mio paziente di stasera. Che cosa potevo rispondere alla sua domanda: PERCHE’? Perche’ il nostro appuntamento non avra’ piu’ luogo? Perche’ il medico si e’ ammalato di schizofrenia, ha gia’ allucinazioni di udito e di vista… a momenti arriveranno le allucinazioni di olfatto… Grazie a Dio, e’ arrivato il silenzio, posso abbandonarmi tranquillamente nelle mie riflessioni… Se il mio lavoro continua a procedere cosi’, fra un po’ non avro’ di che vivere…“…E perche’ vuoi vivere. E’ comunque un’occupazione molto noiosa…” “ La vita per me, brutto bastardo, non e’ solo camminare per la terra, mangiare, bere ed altre azioni di carattere fisiologico… La mia vita principale si svolge internamente… dentro me stesso… E’ un iceberg. Le sensazioni fisiologiche sono solo un piccolo frammento della vita da te menzionato, tutto il resto e’ una vasta esistenza, sta dentro, in profondita’, infinito, chiaro, caro mio bastardo?” — E comunque lui e’ riuscito (?!) a tirarmi dentro una discussione surrealistica! «Proprio cosi’? Ti volevo proporre una gioia, e tu non ti fidi… non mi ascolti… Ho lottato a lungo per te, ma tutto e’ inutile… ».;
Ed e’ per questo che volevo il silenzio!
“Borbotti sempre del tuo amore, - continuava la voce rauca come dal vuoto, nonostante tutti i miei oltraggi,- dici di essertti innamorato di un uomo… Tempo fa ho cercato di spiegarti, cosa vuol dire – amare un uomo… Ma tu hai sempre delirato e continui a delirare degli ANGELI! Alla fine te l’hanno rifilato…» “ Ma tu sai che adesso non mi interessi piu’, neanche per stizzarmi”, - cercavo di fare una voce indifferente.“… Neanche tu mi interessi… ADDIO... lasciami per la fine cantarti una canzone… la tua preferita… che parla della vita…» “Davvero?! Ma sara’ possibile, per la fine?! E’ difficile crederci! Mi sembra di rimettermi in salute… Non bisogna solamente…»
Chi e’ quel cretino che corre per la corsia opposta con i fanali abbaglianti?!
Come e’ passato velocemente il tempo… Fa cosi’ buio… perche’ vado senza aver acceso i fanali?
E’ impazzito, quest’autista, amatore della luce, gli suono il claxon, non mi sente?!!
“COMPRATE I NOSTRI FANALI, PRODOTTI DALLA “K& FIGLI”! NESSUNO POTRA’ ESSERE PIU’ LUMINOSO DI VOI!”
“Li ha comprati”, – una beffa assurda ha sfrecciato nella mia testa.
Qualche ombra informe, con due grandissimi occhi-proiettori si stava avvicinando a me con il far veloce ed inesorabile… Secondo me perseguiva uno scopo solo - abbagliarmi, mi “avvitava” questa luce abbagliante direttamente nel cervello…
«STOP»!! Automaticamente ho chiuso il viso con le mani, per un secondo solo, ho lasciato il volante… «STOP»!!.. “Ti chiedo… ti chiedo… togli… togli questi… luci del diavolo!!» Mi sono afferrato al volante, cercando di trattenere la macchina, che a mo’ di un giocattolo, stava girando su una strada stretta dalle forze ignote…
….Si e’ sentito uno stridore, qualcosa mi ha dato un colpo nel petto, come una scarica elettrica mi ha scottato il corpo… La mia testa si e’ rovesciata indietro e si e’ picchiata contro il sedile senza nessuna sensazione del dolore, le mani si son rimesse da sole sul volante, che sentivo proprio dentro il mio torace…
Mi sembra di non aver perso i sensi… ho visto nei bagliori della luna e dei fanali che si trovano lungo la strada, che la mia macchina stava al ciglio della strada vicino ad un albero, ed il volante mi ha strettamente schiacciato nel sedile. Con uno sforzo, schiudendo le palpebre, sono riuscito a vedere alla mia destra, una siluetta torbida, che, inchinandomi alla finestra aperta, mi diceva qualcosa…- Lisa… Lisa? Come mi hai trovato… si’… si’ …. Te l’avranno comunicato… staro’ qui da molto tempo … Aiutami, Lisa… Aiutami … tirami fuori da qui… mi fa male qualcosa nel petto… Mi guardava in modo strano - dolce e triste, poi ha preso la mia mano in quella sua ed ha iniziato a stringerla, in modo commuovente , come in prima infanzia, nei rari e felici momenti della nostra amicizia… Ho scosso la testa, come un bambino, non volendo piu’ sopportare il dolore e dimostrare il coraggio.- Com’e’ bello che qui non son solo, con me ci sta la mia Lisa e… ancora… c’e’ qualcuno ancora … qui c’e’ tantissima gente…
Perche’ mai quest’impressione?.. L’impressione della presenza… sara’ mio fratello? Oppure…;- …AN… AN? Sei tu? - ho girato la testa alla sinistra, ed ho visto quello che volevo vedere nelle ultime ore della mia vita. Puo’ darsi che durante tutta la mia vita, una persona che amavo piu’ di questa vita… - AN … mi hai seguito… mi hai trovato… Come mai… sei qui?.. Aiutami… TU… Riuscirai a farlo, … togli questo peso dal mio petto… Ti chiedo, AN … Lo sai… io…. Cosi’… mi mancavi tantissimo, non mi e’ mai mancato cosi’ nessuno… Angiol non diceva niente. Mi guardava tranquillo, come non se fosse per niente meravigliato della mia situazione attuale…
Attraverso la nausea, che arrivava gia’ alla mia gola e la vaghezza delle siluette, sono riuscito a notare, che AN era vestito di una cosa chiara e leggera. Una persona situata a sinistra, si e’ avvicinata senza affrettarsi alla macchina, si e’ inchinata a me attraverso la finestra aperta, e senza nessun sforzo ha tolto il peso dal mio petto. LUI era cosi’ vicino, che ho sentito il suo odore, leggero e quasi impercettibile, l’odore del vento fresco…Dio mio, com’e’ leggero… respiro proprio bene… Mi son rivolto a Lisa ed ho detto abbastanza chiaramente: - Scusami, Lisa … sorellina mia… devo parlare con questa… persona, - e mi son lentamente liberato la mia mano dalla sua palma…
La macchina si apre facilmente, ed io ne esco addirittura troppo liberamente per le mie condizioni….AN mi guarda tranquillo, senza fare nessun altro movimento per andarmi incontro. Mi stende la sua mano con la palma in su, come invitandomi da qualche parte…- Finalmente, AN, mi hai trovato,- non mi vergogno piu della mia intonazione pietosa e lamentevole.- Si’, ti aspetto, e non son da solo…- e LUI ha fatto un cenno con la mano libera da qulche parte dietro alle mie spalle. - AN … - gli faccio un passo incontro, comprendendo, che non voglio piu’ nascondere cio’ che sento e non lo faro’ piu’… - AN, senti quest’odore familiare? Lo senti? Non e’ il tuo odore, tu sai di vento… hai l’odore del vento… E qua, invece, AN – la cannella, proprio quella, lo ricordi?! — nella mia voce suonava una gioia fuori posto.- Guarda, chi e’ venuto da te, guardati indietro, - e lui per un’altra volta ancora, senza far caso al mio impeto, senza nessuna emozione mi indica nella stessa direzione…
Mi giro la testa e vedo una ragazza, chissa’ perche’ molto familiare a me… e nel cor mio nasce una sensazione sorprendente e gioiosa, che mi son separato con lei giusto ieri…
Sta vicino a me, ma allo stesso tempo in lontananza…
La ragazza mi stende lentamente prima una e poi un’altra mano.
Vedo nel bagliore della luna il luccicare del tessuto argentato del suo vestito che fluisce dalle spalle, ma la luce dei suoi occhi raggianti, verdi con delle piccole macchie dorate, e’ piu’ forte del luccicare d’argento.
Come si puo’ vedere questa luce e perche’ brilla a questa distanza?!
No, no, io capisco tutto, non chiedo piu’ niente!! Il mio cervello che tortura sempre l’anima con delle domande, che mi complica la vita con delle riflessioni infinite, alla fine si tranquilizza, gli e’ dato comunque di capire che il suo lavoro attualmente e’ privo di senso…- E’ Gianna, la conosci,… ti aspetta, — ha detto Angiol con una voce monotona,- ti aspetta… e non solo lei…- Non solo lei?.. C’e’ qui anche mio fratello? Forse mi cerca mio fratello? ... Il mio fratello maggiore,.. – che pensiero strano mi viene in mente.- Non c’e’ qui… - Ma perche’?- faccio io una domanda stupida, come se tutto il resto fosse assolutamente chiaro per me.- Non lo puo’ fare… per il momento…- Ma lui non e’ un prete…- Non gli e’ permesso…-…Perche’, per quello che ho visto allora… quando ero bambino… per il suo amore per quelli che sono come lui?.. Ma io… anch’io… anch’io- E’ un’altra cosa. Non indugiare, va. La tua strada non e’ con me…- Non con te!- Ho sentito ad
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