Произведение «Interpretatore dei sogni romanzo» (страница 15 из 16)
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Interpretatore dei sogni romanzo

sento una leggera folata di vento,  come se tutta l’aria si fosse mossa… e… vedo chiaramente ciò, che non avevo visto prima: vedo dietro alla siluetta a me cara, della mia guida straordinaria, due grandissimi ali, … Come mai non li avevo notati prima?!!  Una piuma leggera e lanuginosa, trascinata dal soffio, ha cominciato a girare e poi si è steso ai miei piedi…
 Oppure sarà tutto un colpo di nuca?..  Ma ad un certo punto tutti i dubbi mi lasciano,  ed io capisco — tutto quello che sta succedendo è la REALTA, distinta e determinata, senza un’ombra di sogno… “ Scusami,- dico io a me stesso per l’ultima volta,- la mia Mente, o meglio dire la mia Follia, che mi ha accompagnato in giro per questa terra…”
Finalmente è finito il mio “sdoppiamento”... SONO UNITO! La mia vita interna e quella esterna si sono riunite insieme in questo nuovo spazio illimitato che mi richiama. 
sì… son vivo -  più che mai sulla terra!! 
- E’ L’ORA…  E’ L’ORA …

 



                                                               
Capitolo 6



“… mi è nota da tempo la generosa amicizia maschile…”
- …Abbiamo fatto tutto quello che potevamo,… - un alto signore anziano in camice azzurro  ha tolto le mani dall’apparecchio, - il fonocardiografo faceva vedere: le oscillazioni del suono del core in norma … elettrocardiogramma nei limiti della norma… tanatogenesi non è chiara… capisco bene l’Epicrisi?
 … adesso non si può più capire perchè è morto…

…Spegnete questa maledetta musica! Da dove esce? Ditelo all’infermiera di turno…  Scusatemi…, per favore, mi può spiegare la carta clinica di questo paziente, voglio sentire proprio le sue spiegazioni.
- Sì, ma noi tutti speravamo un miglioramento…
- Non voglio parlare delle vostre speranze, in qualità del primario voglio solo sentire da lei, medico curante, com’era l’andare di questa malattia, l’infermiera di turno la potrà aiutare sicuramente, - ed il Primario ha guardato nel modo interrogativo una bionda, di cui il viso era bagnato dalle lacrime.
-…Il malato, nello stato di coma, era stato portato tre giorni fa. Ha telefonato un passante che ha comunicato di aver trovato un uomo di media età, sdraiato per strada senza i segni della vita… Secondo scala Glasgow — 12 gradi, cioè gli ordini non si eseguivano, l’aprire degi occhi spontaneo, allo sgrido, si è verificata la reazione motoria diretta a uno scopo al dolore, il tono dei muscoli si è conservato….
 … è sopore.
C’era anche il disturbo dei ritmi cardiaci, ma insignificante… Diagnosi generale – coma di etiologia indistinta… - la parlante si è messa a tacere per un attimo, come se stesse cercando di ricordarsi qualcosa di importante.
- Allora coma o sopore?- ha chiesto un uomo in camice bianco stizzito.
- …No, dottore, al secondo giorno si è notata una dinamica positiva, per lo meno ha chiesto da mangiare. Non posso dire che la sua coscienza era totalmente chiara… gli occhi un po’ riaperti, ma come ricoperti da un velo, come se stessero osservando qualcosa dentro di sè; il globo oculare si muoveva, ma mi è sembrato… ma mi è sembrato, che il paziente stesse comunicando con qualcuno dentro se stesso, nel riconoscimento illusorio, allo stesso tempo le sue pupille non reagivano agli stimoli, ma nonstante tutto ha pronunciato molto chiaramente: “… ho fame…” … - l’infermiera ha taciuto per un attimo, guardando indietro, al medico. Quella ha sua volta ha fatto di sì col capo.
- Abbiamo provato a dargli soufflè di carota, ma, purtroppo, il paziente non ha potuto di inghiottire nemmeno una goccia… ha cominciato a scuotere la testa e si è sporcato tutto. Allo stesso tempo... stranamente: chiedeva della carne…  Alla fine ce la siam cavati con glucosio…
- Come mai vi è venuto in mente di dare da mangiare al malato in coma con il cucchiaio?
- Ci deve capire, dottore, il malato reagiva agli stimoli acustici. Quando battevo la parte metallica del letto, il malato scuoteva bruscamente la testa, come se volesse guardare dietro alla sua spalla. 
- L’attività cardiaca del malato corrispondeva alla noma, riceveva una terapia complessiva per l’etiologia non chiara: glucosio 40%, tiamina bromidi, naloxon. ecc. … Nonostante tutto non è tornato in coscienza. —  A queste parole il medico curante, una bruna giovane robusta di bassa statura, ha fatto un movimento stanco della mano in direzione della persona nello stato immobile.
- Mi è noto, Elisabetta, che il defunto è suo fratello, e lei ha vegliato praticamente senza assentarsi un attimo…
- Sì, dottore, io… io… ho cercato, ho cercato di portarlo fuori da questo suo stato… Ma non ho fatto niente senza indicazioni del suo medico curante...
 
La bassa bruna ha annuito ed ha aperto una grossa carta clinica “di etiolgia incerta”.
-…Qui sotto nell’astanteria, si trova il nostro fratello… mio fratello Afanassy, l’ho chiamato…  di nuovo. 
- Cosa vuol dire di nuovo? — Il primario con un movimento veloce si è asciugato la fronte con l’aiuto del manico del camice azzurro:
- Fatelo venire qua.
- Prima che…che il malato…  ci abbia lasciati, lo tenevo per la mano, - ha continuato l’infermiera, - ed io sentivo, ma sentivo propri nel modo distinto, che lui la stesse stringendo… Il fratello mormorava il mio nome… non potevo sbagliarmi… LUI mormorava: “…Lisa… piccina…”, - l’ho sentito io, ma l’ha sentito anche la dottoressa...
Afanassy è entrato silenzioso, si è inchinato sopra il fratello e l’ha baciato nella fronte fredda.
- Le mie condoglianze, abbiamo fatto tutto ciò che potevamo fare… Mi hanno comunicato, che lei si è visto col malato prima della sua morte ed ha anche parlato con lui… come è accaduto?
Afanassy si è avvicinato a Lisa, senza fare la minima attenzione alle domande del primario, l’ha abbracciata, ed ha sussurrato: 
- Lisa, siamo rimasti solamente in due,…  che cosa è potuto succedere in quelle due ore, che son stato fuori?
- Nostro fratello, Michele, LUI ci ha lasciati… Mi sembra che l’abbia fatto consapevolmente… Quell’iceberg, quella sua parte, che stava dentro di lui, era più… ma molto più grande di quella fisica che poteva tenere Miscia qui con noi,… - Lisabetta, sentendo, che non poteva più parlare nel modo chiaro, si è rimossa dolcemente dagli abbracci e si è avvicinata al defunto…
-  Capisci, lui è semplicemente andato via… l’ho sentito, quando Mikhail mia ha tolto la sua mano nel modo molto chiaro… Mi ha sussurrato: “…scusa…”, e poi, per così dire, ha sorriso… - e Elisabetta, inchinandosi al suo fratello minore, ha passato lentamente la mano per i suoi capelli biondi.

- Ci sono stato qui due ore fa, in questa sua corsia, nella corsia della cosidetta terapia intensa, - Afanassy ha guardato il dottore di sfuggita, poi si è rivolto di nuovo a Lisa,-  Se non ci fosse la sorella, è poco probabile che sarei riuscito a vedere mio fratello per l’ultima volta… sarei riuscito a sentire la sua voce sommessa… Lisa, mi riconosceva! Ne son sicuro!  Gli ho pronunciato il suo nome proprio nell’orecchio, e lui ad improvviso ha mormorato qualcosa e si è leccato le labbra… Allora Lisa ha cercato di dargli da bere,- Afanassy si è voltato di nuovo al medico curante,- Ma il fratello l’ha rovesciata, dimenando la mano. Dimenava già la mano, dottore, perchè è morto?!
Nelle intonazioni della sua voce si sentiva la rabbia. La dottoressa ha guardato dall’altra parte, e gli angoli della sua bocca si sono abbassati. Non riusciva mai ad abituarsi al quadro della morte così “abtuale” per lei…
- Poi sono riuscito a distinguere,- continuava il narratore, calmatosi un po’ – che il fratello mi sussurava: “… tempesta… acqua…”… ed io capivo che lui stava delirando, ma l’ho rassicurato comunque… Gli ho detto, Lisa, di saper nuotare proprio bene,… che tutto andrà bene…  Penso che mi abbia sentito…

 Afanassy è taciuto per un po’. Si vedeva subito, come lottavano in lui dei sentimenti contradditori: il desiderio della vendetta, la sensazione di una nuova perdita irreparabile, e l’aspirazione invincibile di partire subito … partire per il posto che aspirava di raggiungere da tutta la vita, andare in mare verso il capo desiderato…
- …Tra tre giorni vado in mare… Dobbiamo finire tutte le procedure funebri…  Il nostro clipper va in direzione del capo Horn... in Atlantico… verso lo stretto di Drayk… Ce la facciamo a finire in tre giorni?..
- Sì, sì, facciamo tutto quello che siamo in grado di fare, ti aiuterò… - Lisa parlava, nel modo piuttosto automatico, toccando allo stesso tempo chissà perchè gli strumenti non più sterili, esposti su un tavolino di metallo.
- Quindi se ho capito bene, il malato reagiva agli stimoli esterni? Il primario si è rivolto al medico curante, che continuava a sfogliare nervosamente una grossa cartella clinica. Stava vicino alla porta, come se cercasse di uscire, ma allo stesso tempo, continuava ad ascoltare attentamente, tutto quello che si diceva in corsia.
- Le dico di più, dottore, direttamente prima del suo decesso. Ho controllato ancora per una volta come regivano le sue pupille agli stimoli di luce, - ha continuato la bruna che avveva addosso un camice di mattina bianco e inamidato e adesso con gli schizzi di sangue, macchiato di farmaci sparsi.
- Il malato non apriva le palpebre, le ho apete io con le dita, illuminando con il fanalino il suo globo oculare… La sua reazione era assolutamente inaspettata… Le pupille reagivano poco alla luce diretta, però lui, che fino a questo momento stava tranquillo, ha dato uno strattone talmente forte, che ci siamo innervosite. Ha cominciato a dibattersi con tutto il corpo, strappando la camicia dal petto, come se lo strozzasse. Il poveretto continuava a chiedere di togliergli un peso… cercava di estrarre qualcosa dal proprio corpo, e si graffiava il torace… Il paziente ha reagito allo stimolo di luce con i muscoli e non con la pupilla!..  Ho pensato che si trattasse delle convulsioni di carattere nervoso, ed ho indicato all’infermiera di fargli un iniezione endovena di relanium. – Ha taciuto, guardando la mano impotente del corpo sdraiato, con gli schizzi di sangue…
- Non ho centrato subito, strappava la mano,- Lisabetta si è voltata e si è messa a piangere senza suono…
-… Poi paziente non ha fatto altri suoni. Il cardiomonitor ha indicato…che bruscamente è avvenuto uno shoc cardiogeno…- continuava con la voce che si sentiva appena, automaticamente aggiustando le sue ciocche nere venute al disordine a causa del recente lavoro fisico. La sua voce era bassa, con un “erre” molto caratteristica . 
- Ho visto, - l’ha interrotto il medico anziano in camice azzurro. – Che cosa avete fatto per superare lo shoc cardiogeno?
-.. Defibrillatore…adrenalina… il massaggio al cuore…  lidocaina…
- Dottore, tutto ciò è ben strano… il malato sembrava sorridente, prima di trapasso, l’ho sentito distintamente, il fratello pronunciava il nome della nostra sorella maggiore… chiamava Gianna… - Lisa impetuosa si è avvicinata al primario che stava vicino all’uscita. Sembrava che lui non riuscisse mai a capire qualcosa e lei glielo stesse spiegando. - Dottore, lui non è morto! Mi capisce?! Mio fratello se n’è andato… E’ andato da lei… Mikhail non voleva rimanere qui…  eravamo impotenti… Stava in coma, ma allo stesso tempo non ci stava… LUI comunicava con noi… chiedeva scusa e poi … poi - se n’è andato … E’ un ANGELO, ANGELO, probabilmente è stato lui a trovare il mio fratello minore o se no, è mio fratello che l’abbia trovato... Siamo rimasti solamente in due, dottore,…- e non avendo più forze per controllarsi si è affondata taciturna nella spalla del fratello.
- E’ troppo stanca, ha fatto di più di quello che poteva fare, molto di più. Questo caso non è chiaro… Tanatogenesi non è chiara…  Regidità parziale, foneme, fotopsie, recezione parziale – e tutto questo durante la coma?.. Allo stesso tempo tutti i parametri importanti per la vita: polso, pressione arteriosa, temperatura vicini alla norma? Ma cosa c’entra lo shoc cardiogeno? 
Il primario ha guardato tutti i presenti nel modo stano e indifferente, come se tentasse di ricordarsi perchè stava qui. Siccome non ne aveva trovato nessuna ragione, senza salutare più nessuno, e senza esprimere le sue condoglianze, è uscito, chiudendo piano la porta.

- Dottore, come possiamo finire nel modo più veloce la triste procedura? — Afanassy si è rivolto di nuovo al medico curante, come se si fosse dimenticato di averlo già chiesto.
- Tutto sarà pronto per domani,- una donna stanca nel camice bianco sformato, ha dato a Lisa uno sguardo pesante e sfinito.
 - Ma perchè?..- ha chiesto lei più che altro a sè stessa, e senz’ attendere la risposta, con un movimento della mano ha proposto a tutti di lasciare il reparto di rianimazione…

Sono usciti fuori, su una via oscura e tetra, tenendosi per la mano, come due bambini piccoli.
- E comunque, comunque, non capisco niente,… reagiva ai passi, al campanello del richiamo dell’infermiera… mi riconosceva… sì, sì, riconosceva anche te… tutti i suoi parametri erano vicini alla norma… si può fare un’autopsia…

Si è fermata, guardando attentamente sotto i suoi piedi, come se cercasse di trovarci la risposta all’ingiustizia accaduta.
– E’ la seconda volta che un uomo giovane, relativamente giovane spira alle mie mani durante gli ultimi giorni... Le persone non muoiono, se ne vanno, io… l’ho sentito appena... solo questa volta… 
- Lisa, - Afanassy ha appena sfiorato la spalla della sorella, - Lisabetta ti voglio dire, che veramente so nuotare bene… appena passo lo stretto di Drayk, ti manderò una lettera … 
-Mi capisci,- ha continuto lui dopo averci pensato per un po’, - non l’avremmo mai potuto trattenere, nè io, nè voi… Non si tratta nè delle vostre azioni… nè della sua malattia. Si tratta di lui stesso… …Miscia cercava di avvisarmi, l’ho capito, si può avvisare qualsiasi persona, soprattutto se è diretta verso lo stretto di Drayk… Ma io nuoto molto bene, e non ti lascerò da sola. 
- Perchè ripeti sempre, fratellino che sai nuotare bene? Ci vai a nuoto?
- Si può dire anche così…  Sai, solo un pensiero di questa campagna  mi dà un grandissimo sollievo. Ma chi ti darà sostegno, chi ti aiuterà a sopravvivere un’altra perdita?
L’ha guardato con gli smorti occhi bagnati, e senza proferir parola, ha tirato fuori la mano dalla tasca del kardigan. Sulla sua mano aperta stava una grande penna bianca.
-  L’ho trovata nel reparto di rianmazione…
Afanassy ha guardato con ansia sua sorella. Sulle sue labbra morse ed un po’ gonfie è apparso un sorriso appena visibile.
- E’ una piuma del cuscino… - ha mormorato lui piano.
-  Smettila, nelle corsie di rianimazione non ci sono dei guancali… con piume…
-  Lisa, ma non lo dirai sul serio?, comincio ad avere paura per te,… ma io non posso rimanere…
-  Dai, basta, ce la faccio, ho tantissimo lavoro, ci sono moltissime persone che hanno bisogno di me, - ha guardato di sfuggita la sua mano abbassata nel pugno della quale era stretta la base lanuginosa della piuma.
-…Lisa, lascialo stare, lo devi saper fare… Lo capisco perfettamente, l’ereditarietà, uno stress forte, la sciagura, che ci è piombata nel modo così inaspettato… Ma basta, ci bastano due fratelli fuori di sè, Dio li abbi in gloria, ma tu sei forte, sei sempre stata molto forte. In ciò che è accaduto non c’è la tua colpa, calmati,- ha cercato di arrivare a toccare la mano della donna ed aprire il suo pugno.
-…Ma chi di noi è in sè? Chi dei viventi è in sè? Chi non pensa all’ ETERNITA?  Chi non vuole, non spera di rivedere i suoi vicini perduti? Secondo te ci sono le persone rassegnate con il concetto di ETERNITA?! Chi non spera e non sogna durante le notti d’insonnia, non visto da nessuno, di rivedere il suo caro, di sentire di nuovo la sua voce? Appunto, secondo me, chi non lo sogna è fuori di sè! Tutti coloro che hanno perso i loro cari – indipendentemente se si trattava di sangue o di spirito, tutti quelli che sono sapravvisuti nelle perdite sotto la loro maschera quotidiana sperano, credono, acchiappano ogni segno, ogni simbolo, cercandoci dentro la conferma alle loro speranze... e solo quando ci riconcilia ma non come dici te con la realtà, no…non con la realtà che ci circonda, ma con la morte… con la futura morte… Tutti aspettano la riunificazione… Se non, non c’è senso in nessuna cosa, in nessuna…
- Ti porterò a casa,- ha pronunciato Afanassy stanco, siccome capiva bene che non c’era nessun senso discutere, - devi riposarti comunque.
- No, no, va pure, io rimango qua… devo rimanere qua…

Guardava suo fratello andare via, camminava un po’ dondoloni, agitando le mani come un bambino,  aprendo la palma della mano, ed ha sorriso senza capire lei stessa il perchè.



       


                                                                     Capitolo 7
 



…Lo stretto di Drayk può essere simile all’ INFERNO, soprattuto d’inverno e soprattutto nella direzione orientale vicino alla parte meridionale del continente mericano, dove le sue acque di color grigio scuro diventano verde-azzurre…
Un vento feroce del sud, assolutamente non caldo, ma al contrario il vento antartico che fa gelare l’anima, mischia l’acqua con i grani di ghiaccio, facendola diventare celeste…
Ma nei momenti della follia dell’oceano, nei momenti della sua pazzia, della sua festa, del suo PUNTO CULMINANTE – tutto dalle parti del CAPO HORN acquista il colore grigio scuro, quasi nero e la luccicante schiuma d’argento, come un velo di lutto, può solo sottolineare la solennità del momento…

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Абдоминально 
 Автор: Олька Черных
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