Произведение «Interpretatore dei sogni romanzo» (страница 10 из 16)
Тип: Произведение
Раздел: Переводы
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Interpretatore dei sogni romanzo

Non sai più parlare, AN?.. 
Mi son mosso nella direzione del mio ospite notturno, mettendo le mani in avanti, come se volessi strozzarlo... oppure abbracciarlo...  ma ho incontrato il suo sguardo tagliente...    DIO!  Conosco questo SGUARDO! E’freddo, senza un’ombra di tristezza, freddo e taciturno... Ad improvviso mi sono tutto ammorbidito, i piedi e le mani rifiutavano ad ubbidirmi... Mi sono calato sul tappeto, sullo stesso tappeto, che alcune ore fa batteva lui con il suo passo leggero, lui, l’amico recente, un essere, che ha occupato tutti i miei pensieri delle ultime ore…  … lu camminava esponendo calorosamente, come mi sembrava in quel momento, “la SUA storia”...
-  ...E TU sei arrivato a prendermi, - nella mia testa è nato un’altro pensiero strano ed inaspettato, 
- …quindi adesso TU sei venuto a prendermi… TU sei venuto a comunicarmi, che è venuta LA MIA ORA? ... Quindi,  AN...  ANGIOL,..  TU SEI ARCANGELO... UN NERO ANGELO DELLA MORTE... sarà così... Sei Gabriele?..
- Sono il tuo omonimo…
Ho guardato una persona seduta di fronte a me con un ultima speranza di vedere un espressione ironica a me già nota sul suo viso... Ma gli occhi di uno “venuto” dal buio, gli occhi apparsi nel mio mondo solamente ieri, i suoi occhi erano vuoti e sfondati...    DIO MIO, non ci ho visto niente..., nessun pensiero... come sono cambiati!!
-   …Ed io quasi ti amavo... Mi hai scoperto talmente tanto... — una tristezza straordinaria risuonava nella mia voce, la sentivo come da parte, come se non stessi a parlare io… ma un’altra persona, piena del peso della scoperta, dell’angoscia di un’illuminazione tardiva e inutile. 
- …Ad improvviso ho capito di poter amare, che posso amare un uomo come una donna… Ma no, cosa dico non ho mai amato così le donne! Ho avuto dei rapporti molto intimi con alcune donne, ho anche avuto delle amiche sessuali, ma è un’altra cosa… tutta un’altra cosa… Non è ciò che sento per te…  Ma perchè d’altronde? Amo sempre Gianna, mia sorella… Ma con te… mi hai provocato i sentimenti che non conoscevo prima, ed è facilissimo che non li avrei mai conosciuti…  E Tu… tu stesso… Sei un uomo… oppure..? Oppure… non fai parte di questi concetti? Oppure non ha importanza?… Non ha importanza per te?…  Ma come è fuori luogo la mia illuminazione! Perchè mi hai scoperto questo MONDO adesso, quando parli della fine del cammino?.. TU mi volevi dire che un amore vero e proprio non ha il sesso?! Che cosa TU mi volevi dire con tutto questo?! Ma è una cosa troppo crudele, AN, indipendentemente se tu sei un ANGELO o un DAIVOLO, è crudele – infondere un amore in una persona e poi mandarla a morte!! Chi può difendere un povero mortale? Non sei TU che lo devi fare?! ... Oppure questa è la tua famosa difesa?.. Oppure dormirò di nuovo… Mi capita ...   Ma come saperlo.. come?! ...
Mi sono alzato dal pavimento, il che non era proprio facile, e senza guardare negli occhi di ANGIOL gli son venuto rasente. Lui non si è allontanato nemmeno un centimetro. Non riuscendo a capire io stesso le proprie azioni, mi son chinato al seduto, e l’ho baciato in bocca. Le sue labbra si son rivelate calde e morbide, e, ma mi poteva anche sembrare, si sono anche un po’ riaperte dal mio sfioramento.
Io ero colpito sia delle mie azioni che dal fatto che AN non si è allontanato da me. Spostandomi invece, mi aspettavo di vedermi davanti un’espressione triste a me già nota deggli occhi che ormai erano tanto ma tanto cari a me... ma... davanti a me c’era un DESERTO...  
Mi è sembrato che è stato lui a baciarmi e non io, come se avesse timbrato la mia bocca.
- Dunque, - ho iniziato io, cercando di riavermi, - …dunque, AN, TU non hai trovato un altro modo a raccontarmi il mio destino... Ma io me lo son ricordato!! …  Ho ancora tempo!! Sei stato proprio TU a dirmelo?!! Oppure non sei stato TU? Per le ultime quattro ore tu hai parlato senza smettere per un attimo, dimmi qualcosa adesso?!
Sentivo che il tono della mia voce diventva supplicante, ma non potevo farne niente.
- Angiol ma ne ho solamente quarant’anni...  Sì, vero, quel bambino, ne aveva solamente dodici?! Su che cosa stai alludendo... che ognuno ha il suo tempo... mi ricordo, mi ricordo quel mio delirio notturno ...
- Sarò semplicemente matto, Angiol? Eh? – ho scacciato fuori la lingua ed ho fatto uno sguardo di sbieco in cerca di sembrare ridicolo, - Angiol, sento sempre una voce nel mio orecchio... Pensavo che è il mio fratello defunto non mi fa dimenticarlo. Quindi adesso mi viene in mente un’altra cosa, - se TU SEI UN ANGELO, potrebbe tranquillamente essere la voce di un diavolo?. . . Eh?! Spiegamelo se siamo ancora amici . . .
- Ma perchè mai hai deciso che sono un ANGELO? Sono una persona normale, - ma gli occhi di una “persona normale” dicevano l’opposto. – Sono il tuo amico e spero di rimanerlo d’ora in poi. Se tu hai sfiorato la morte, non vuole assolutamente dire che sei morto pure tu …
- Cosa?! Mi vuoi dire che anch’io… sarò morto…? E questo che mi cerchi di spiegare ed io come un vero e proprio cretino non riesco a capirlo per due giorni di seguito?! Lo fai nel modo talmente delicato, talmente abile, come un buon attore in uno spettacolo prediletto! Mi stai prendendo in giro!!  …Bastava venire e dire semplicemente: «Amico mio, fra un po’ creperai!».   E tu, tu stai sempe a complicare tutto. Complichi sempre tutto…                        
       …Quindi sto dell’altra parte dell’esistenza…  sì? Avrò oltrepassato la linea?! Adesso devo fare la coda?! Devo fare quella strada, solo andata, senza ritorno… Perchè mi hai dato da mangiare lo schifoso soufflè di carota? Perchè mi abitui… Che vuol dire, i defunti non mangiano la pizza? Che dispiacere… i defunti non mangiano per niente? Io volevo della carne… avevo una gran voglia di un pezzo di carne. … Aiutami Angiol, cosa devo fare adesso?… non so volare ed ho sempre appetito…? Non voglio fare quella strada… non voglio…  è troppo stretta, io invece sono claustrofobico, ho paura degli spazi chiusi… C’è un’altra strada, non così affollata? Fammelo vedere…
Afferrandomi allo scherzo terra terra, mi battevo con il panico nel modo elementare. Se qualcuno mi potesse osservare da parte,  gli sarei sembrato ridicolo senza dubbio.
«… PENSO,  CHE SI POSSA ANDARE A LETTO. QUESTA DECISIONE HA SEMPRE RISOLTO TUTTI I TUOI PROBLEMI», -  ho sentito o dentro me stesso o vicino al mio orecchio le intonazioni a me già note. 
- Non è così, EMME, non è così semplice…- Angiol si è alzato ed ha girato la stanza senza far rumore. 
- …Sei vivo, tu sei carne e ossa, come ME… … Ma c’è un altro mondo…
 


                                                                           Capitolo 4


Ha aperto gli occhi, ma non ha visto niente davanti a sè. Li ha chiusi e poi li ha di nuovo riaperti. Tutto intorno – dal bianco al nero era di color rosso. Ha fregato gli occhi con le mani, premendo un po’ i globi oculari. Stanotte ha visto un sogno strano. Ha visto suo fratello. … E’ stata la prima volta durante i lunghi anni dei viaggi che ha visto in sogno suo fratello Michele. Stava davanti alla finestra e guardava il veliero con la tristezza. La finestra col fratello minore si allontanava e si avvicinava e nonostante una triste espressione del viso della persona che stava davanti alla finestra lui stesso in questo sogno si sentiva felice e allegro. Si sentiva un bambino, dimenava una mano, come se il fratellino lo stesse salutando mentre partiva per un viaggio gradevole... 
 La nave si dondolava un po’… ma si sta sempre dondolando, in ogni caso, le pareti della cabina si abbassano e poi si levano.  Afanassy si è stirato con tutto il corpo, togliendosi di dosso le ultime ombre del sonno recente. Non voleva neanche ricordarsi tutto quello che c’era nel suo incubo notturno – c’era troppo color rosso... La schiuma del mare e il ponte… le sue mani e… Afanassy si è alzato di brusco, con una ferma intenzione di non tornare più ai pensieri sentimentali. Lo aspettava un altro giorno difficile con i numerosi e noiosi doveri. Il cuoco sulla nave non è sicuramente un ultimissima persona nello spazio chiuso. Tantissimo tempo fa, quando ha iniziato a girare il mondo col bellissimo veliero leggendario, sognava le altre cose... All’inizio sembrava che i suoi sogni si stessero avverrando... L’infinito specchio dell’oceano, /qualsiasi superficie acquatica all’epoca gli sembrava oceano/, porti sconosciuti, pieni della gente schiamazzante, con delle ragazze abbronzate, sempre allegre e di facile costume; frutta e verdura sconosciuta di tutti i colori e le forme possibili ed immaginabili che vedeva per la prima volta in vita sua, monticelli di polpi inseccati e di altri prodotti sconosciuti sui banchi di piccole città sporche, roba di colori vivaci, gioielli con pietre sconosciute... Tutto era interessante e gli faceva allegria anche  il regolamento rigido della vita sulla nave con l’alzarsi di buon’ora, schieramenti e vedette, con un infinito sbucciare delle patate – tutto lo intrigava e ispirava a fare gli atti eroici. … Andava sempre d’accordo con i marinai e cadetti che facevano la pratica navale sulla sua grande barca. Ha imparato i nomi di tutti gli alberi ed i numerosi termini specifici, di cui andava molto fiero. … La tristezza ed il tedio si sono avvicinati nel modo impercettibile, a poco a poco.  Le vastità d’acqua tristi e grigi; le soste nei porti son diventati monotoni, simili l’una all’altra con l’attesa di chissa che cosa; le ragazze non erano altro che moleste accattone; dal cibo sconosciuto gli prudeva tutto il corpo. Il rullio gli faceva venire la nausea, già prevedibile, e per questo motivo ancora più seccante.
Con un sorriso si è ricordato, come scriveva le risposte alle ingenue domande del suo fratello minore che riguardavano i miracoli. Se aveva visto “... degli ANGELI sopra la sterminata vastità dell’oceano in una notte buia senza sonno …”?  Com’è bello: «…degli ANGELI sopra la sterminata vastità …” No, degli ANGELI non ne ha visti, oppure non ci ha fatto caso... Durante le notti d’insonnia non erano gli angeli che lo interessavano …  Era sempre mosso o insieme con la nave o da solo. Sebbene… questo sonno,… perchè lo stava turbando così tanto? Dopo aver bevuto tanto, uno può delirare qualsiasi cosa?  Basta farneticare, e ora di andare dal capo squadra, fra poco è l’ora di colazione, poi vengono il pranzo e la cena, la cena di festa.

Oggi il nostromo compie gli anni e bisogna peparare qualcosa di particolare. Il cuoco già alla partita di nardi stava pensando come accontentare il nostromo sempre scontento. Al posto della cena di festa gli avrebbe regalato più volentieri i calzini nuovi siccome i calzini di nostromo, anzi i loro parametri organolettici sono diventati ormai il patrimonio di tutto l’equipaggio. Senza desiderarlo, uno sentiva quest’odore dappertutto, dove si trovava il loro possessore. Fare un’allusione o dire qualcosa poteva solo una persona che voleva imbattersi in parolacce ben selezionate con la dimostrazione dei pugni e gesti di scherno, lo spruzzare della saliva e un odore intenso sempre degli stessi calzini intorno. Perchè a lui stesso, uno che esigeva dall’equipaggio la pulizia totale della coperta, della cambusa e di tutto quanto intorno, perchè mai non gli dava fastidio questa puzza soffocante? E quando si toglieva le scarpe nella sua cabina?   
  
…Dunque, la pappa, il caffelatte, le patate, le carote, per la sera -  riso con carne e verdura, salame, vodka, il nostromo ubriaco, vice comandante sobrio e noioso, carte, un solito film stupido, visto già decine di volte, il mare di notte buio e pacifico… Speriamo che l’Iddio ci mandi il tempo buono e la vedetta calma. Non avevo nessuna voglia di correre per il ponte dall’albero di prua alla mezzana  insieme ai marinai colla pioggia e il vento.…
Quindi, «…se aveva visto qualcosa di singolare  nei suoi viaggi marini…» che differenza c’è in fin dei conti?.. Che senso ha pensarci?  In quei giorni quasi dimenticati, quando vivevano tutti quanti alla stessa casa, ed era ancora viva la sorella maggiore, allora i loro rapporti non erano un gran che.  Anche se Afanassy, chiamato dai famigliari col diminutivo di Afonia non è che ci metteva tanto per migliorarli... All’epoca prendeva sempre in giro suo fratello, quando lo poteva fare, si burlava e lo picchiava anche … E tutto questo perchè, l’ha capito solo adesso... aveva sempe paura del suo fratello minore Mikhail... Sì, sì... Aveva sempre una gran paura. Questi capellini biondi da bambino sulla sua testa piccola, questi grandi occhi scuri che guardavano direttamente in anima – tutto lo spaventava. E in più, a volte, di notte, quando non riusciva a prender sonno e ogni cigolio sembrava un passo del malintenzionato, lui - Afonia, distingueva benissimo attraverso le pareti vecchie e intarlate che il fratellino stava parlando con qualcuno, stava parlando con una voce piana e monotona...   L’avrà fatto in sonno?... Ma … aveva paura di ammettere, ma aveva sentito… una volta aveva sentito, come se qualcuno stesse rispondendo a suo fratello.… E’ stato molto sgradevole… Non riusciva a distinguere le parole, solo le intonazioni di una voce grave e rauca, se fosse maschile o femminile – non era possibile capirlo. … Certamente erano le fantasie della mente infantile impaurita dei suoni spaventosi di una notte infinita…. O se no, era una preghiera che arrivava dalla cella di Giaccone in tutte le camere di una casa vuota e vecchia? Il giorno dopo cominciava a terrorizzare il fratellino con una nuova rabbia. Lo chiudeva in camera, disegnava nei suoi libri pieni di spaventosi esseri alati varie schifezze…. Da un po’ cercava di dimenticare, tutto ciò che era collegato con quegli avvenimenti. Perchè gli veniva in mente adesso?

  - Eh, cuoco, che cosa di festivo si programma per stasera? Spero che tu non abbia dimenticato che oggi è il miglior giorno dell’anno e della tua vita?- Il nostromo ha ficcato la sua testa dall’alito da avvinazzato che odorava inoltre di alghe marine dentro il vano della porta della cambusa. Per fortuna, i suoi piedi odorosi sono rimasti fuori. – Non dimenticare a prendere dal  magazziniere i rinfreschi,- il viso del subalterno ha ridacchiato ed ha strizzato l’occhio, perchè era uno scherzo… perchè il nostrodomo intendeva una buona dose di alcol.
- Mi ricordo tutto, non ho dimenticato niente. Caro George Petrovich, i miei migliori auguridi trent’anni!
Afanassy non aveva per niente un’intenzione di cavarselo con uno scherzo. Era privo di senso e anche pericoloso. Sulla nave potevano scherzare solo i quadri dirigenti, ma con il nostromo non si permetteva di scherzare neanche il comandante. George Petrovich, in realtà Eugenio capiva solo i propri scherzi ma non sempre neppure questi. Qualche volta dopo aver scherzato si irritava subito e l’umorismo finiva spesso con le solite parolacce. J.P., detto Villanzone, come lo chiamava tutto l’equipaggio, non poteva essere messo in imbarazzo neanche dal vice-comandante. Il primo ufficiale in questi momenti si voltava oppure addirittura usciva fuori. Afanassy ha sorriso dentro di sè, perchè si è ricordato di un aneddotto che spiegava come mai Eugenio si è trasformato in George. Gli piaceva tanto questo nome nuovo, sembrava terrificante e poteva appartenere solo ad un esperto. Sembrava più importante a se stesso! Nei rari momenti quando si metteva a confidare le sue cose intime, confessava che da piccolo voleva diventare un pirata e probabilmente questo nome d’oltremare lo avvicinava al suo sogno antico. Anche se prendendo in considerazione tutto quanto, “pirata” è rimasto bambino finora… Per lo più, a G.P. si facevano gli auguri di trent’anni già da un bel po’, anche se lui aveva già sicuramente più di trentacinque. G.P. non capiva le battute degli altri, come non riusciva a definire le rozze lusinghe. Quando si menzionava la sua età di trent’anni, rideva sempre, contento di questi complimenti a basso costo.
Afanassy non ha dimenticato nulla…. Il cuoco era concentrato e pronto a lavorare come al solito…. Il festeggiante l’ha distratto per un po’ dalle riflessioni tristi… In realtà, il nostromo non è poi così cattivo... 

Già da molto tempo Afanassy non pensava a suo fratello, non gli venivano in mente nè una vecchia casa goffa su una via tranquilla, nè i suoi familiari. Ma oggi è successo qualcosa, qualcosa è avvenuto. …   Ha ritoccato il suo passato.  Ma tutto ciò che ricordava era di natura senza gioia,  dava fastidio, era superfluo.  Ogni volta quando chiudeva le palpebre, vedeva il rosso davanti agli occhi. Probabilmente ieri ha alzato troppo il gomito.  Tutto era il solito ma allo stesso tempo c’era qualcosa che non quadrava. E’ uscito sul ponte per prendere una boccata d’aria senza i cattivi odori pesanti e superflui e dare un’occhiata sull’increspamento dell’acqua. 
 Ma… la nave si dondolava un po’ troppo… per lo meno c’era questa sensazione quando lui era in cambusa. Fra un po’ arriviamo al famoso CAPO HORN. L’acqua dal verde scuro si è trasformata in azzurro chiaro. Eravamo già nelle acque dell’Atlantico nella loro parte settentrionale. E’ già da tanto che voleva venire qui! Qua spesso il mare è molto agitato, si vorrebbe evitarlo. Si dice che lo stretto di Drayk può sembrare un inferno. Ma chi lo sa come è l’INFERNO in realtà... Chi lo sa, non lo potrà più raccontare…
 
  
La cena, praticamente pronta, stava sul fornello per giungere il giusto punto di cottura, nel quadrato si stava apparecchiando la tavola. Oggi è un giorno particolare, oggi il nostromo ha il motivo per essere briaco…  
Il cuoco della nave fumava, sputando nella schiuma marina.

A traverso c’era solo l’acqua ed il cielo… Si sono intrecciati tra di loro con gli squarci di basse nuvole dell’Atlantico e più il buio intorno alla nave diventava denso, più aumentava l’increspamento del mare, che mandava i riflessi fosforici. Laggiù dove il mare si univa al cielo come una palpebra di un uomo infiammata, rosseggiava con una strisciolina stretta un residuo della luce solare. La previsione prometteva il vento moderato. Le vele si son gonfiate, i pennoni si

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 Автор: Олька Черных
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